La Lupa perde pezzi: via al piano di restauro. Una ditta offre 18mila euro per il recupero del mosaico in piazza Sant'Oronzo

La Lupa perde pezzi: via al piano di restauro. Una ditta offre 18mila euro per il recupero del mosaico in piazza Sant'Oronzo
di Angela Natale
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Venerdì 30 Ottobre 2015, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Piazza, bella piazza. Ci passò una lupa pazza. E orde di vandali metropolitani con o senza licenza di distruggere. Sant’Oronzo: ecco la Colonna romana, il Sedile, la chiesetta di San Marco, l’Anfiteatro, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, e a un lato lui, l’Ovale con al centro il mosaico raffigurante l’emblema civico - la lupa che passa sotto l’albero di leccio coronato – costruito tessera su tessera, pietra su pietra da Giuseppe Nicolardi negli anni Cinquanta.

Il mosaico - ammirato da turisti e non solo - ha resistito integro per decenni. Si è salvato dai comizi politici, che – a Destra come a Sinistra – sempre lì a ogni elezione si chiudevano. E caduto sotto al peso degli arrosti misti, cotti e mangiati e accompagnati, come tradizione vuole, da un buon calice di vino.

I segni dei chiodi delle baracche plastificate che a centinaia nei mesi topici del commercio bancarellaio lo hanno invaso, sono visibili a occhio nudo. Spariti interi pezzi del mosaico. I leccesi non ci fanno più caso, ma i turisti sì, e con essi le guide chiamate a descrivere l’araldica bellezza che così recitava: “D’argento alla lupa passante di nero, attraversante il fusto di un albero di leccio di verde, sradicato e ghiandifero d’oro”.

I lupi, quelli veri, se ne sono scappati. Ma molti altri ne sono arrivati, incuranti di dove fossero e di che cosa calpestassero, come quel pazzo che di notte c’è passato sopra con una Toyota o come i camion che, sistemati tutt’intorno ai lati dell’ovale con le loro mercanzie in bella vista, si sono mangiati interi pezzi del cordolo che lo cinge. E che dire delle sfilate di auto storiche, storicamente inutili. Proteste e contestazioni a Palazzo Carafa. E ora dal Comune arriva la buona novella.

Il mosaico sarà restaurato. Grazie a un’impresa privata: la ditta “Nicolì”, leader nel settore del recupero dei beni monumentali che già sta rimettendo ordine tra la pietra della basilica di Santa Croce, ha appreso dalla stampa dello stato precario in cui versa il mosaico che orna l’ovale e si è fatta avanti manifestando la propria intenzione di voler “sponsorizzare” l’intervento di restauro.

Il Comune ha risposto “Sì, grazie”. Il dirigente responsabile del settore Lavori pubblici, Claudia Branca, nei giorni scorsi ha messo a punto la determina. Progettazione e intervento saranno a carico del “benefattore” che in cambio – così come recita l’istituto della sponsorizzazione di beni culturali – potrà promuove il proprio nome, marchio, immagine e attività. L’importo stimato per l’esecuzione dell’intervento è di 18mila euro.

Mosaico ok, dunque. Ma l’intero Ovale, «squilibrato com’è nell’assetto», sarebbe da risistemare. Nell’attesa che si affacci un altro “sponsor” sensibile alle sorti dei beni culturali cittadini, sarebbe il caso – come da più parti auspicano - di mettere un freno alle invasioni barbariche pseudo promozionali dei prodotti del territorio. E fare in modo invece che anche i disabili possano accedere all’ovale e ammirare da vicino la Lupa.

Né più né meno di come fanno le scolaresche in visita, le comitive di pensionati che giungono da tutt’Italia; i turisti stranieri in tour permanente. Con tutto quel ben di Dio che gli ruota attorno, la tappa non è necessaria. E’ obbligata. Si muovono tra meraviglia e stupore. Come quello che assale a chi ha la fortuna-sfortuna di conoscere e vivere Piazza Sant’Oronzo nei giorni della festa dedicata al santo patrono. Ma gli eventi non mancano. Ogni mese ce n’è uno, croce e delizia degli esercenti vicini e degli albergatori che, critici, li stigmatizzano e in silenzio li sopportano. E il Natale si avvicina.

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