L'intervista con l'assessore Miglietta: «Non sarà il Pug dei sogni»

L'assessore Rita Miglietta
L'assessore Rita Miglietta
di Stefania DE CESARE
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Venerdì 4 Novembre 2022, 05:00

Assessore Rita Miglietta, il team di lavoro che vede coinvolti l’ufficio di piano, il settore e il gruppo di ricercatori del Polimi e di Unisalento, sta approfondendo il quadro conoscitivo della città. Ci sono aspetti di rilievo che sono emersi e sui quali intendete lavorare?
«È un lavoro straordinario che produce informazioni, dati, analisi che rappresentano un patrimonio collettivo dal quale partire. Ci siamo impegnati a far emergere la città nella sua interezza, con il suo grande e complesso territorio e le sue risorse sociali, culturali, ambientali ed economiche. Uno sforzo importante che la città aveva bisogno di fare. I report trimestrali dei lavori dei quali avete dato conto, così come il percorso di partecipazione, sono iniziative che abbiamo voluto assumere per dare da subito al Piano l’impronta della condivisione, previste nell’atto di indirizzo per la redazione del Pug approvato dalla giunta, del quale seguiamo il cronoprogramma e i contenuti».


Dopo 33 anni oltre il 60% delle previsioni del Prg sono a oggi incompiute. Voi oggi siete impegnati nella redazione del Piano urbanistico generale. Quali sono i risultati che vi aspettate dal Pug? A che punto sono i lavori? Quando è prevista l’analisi del piano in commissione urbanistica?
«La commissione Urbanistica, guidata dalla presidente Povero, è il luogo di discussione, approfondimento e condivisione del percorso del Pug fin dalle fasi preliminari. È il valore aggiunto che ci consentirà di raggiungere l’obiettivo di dare alla città il Piano entro il mandato.

In questi giorni depositeremo il diario di bordo dell’Ufficio di Piano, il lavoro di approfondimento contenuto nei report. Nelle prossime settimane lanceremo insieme un programma di incontri collettivi aperti a tutti, nei quali ascolteremo i cittadini, le categorie, i portatori di interessi, parleremo dei problemi che il Pug può risolvere, dei bisogni che la città esprime, dei desiderata e le opportunità che la pianificazione apre. Il percorso di partecipazione ci condurrà ad una bozza di Piano Urbanistico Generale da discutere insieme in Commissione. Un lavoro di conoscenza e di partecipazione, che ritengo ci consentirà di garantire alla città progetti fattibili. Il nostro non sarà il Pug delle illusioni o dei progetti irrealizzabili».


Lecce ha un patrimonio di immobili, pubblici e privati, che risultano abbandonati, in disuso o sottoutilizzati. Che obiettivi si pone il nuovo Piano rispetto al dato del patrimonio in disuso? Quali sono gli spazi pubblici a cui dedicare maggiore attenzione ai fini di un processo di rigenerazione urbana?
«Questo patrimonio di dismissioni, comune ad ogni città che cambia, è una risorsa. Assegnandoli nuove funzioni possiamo dare risposte a bisogni reali, agevolare nuove pratiche sociali e culturali, dare spazio ad attività economiche a servizio della comunità. Pensate all’ex Galateo. Terminata la sua funzione di cura, l’immobile è rimasto senza utilizzo per decenni. Oggi ha un futuro e trova, grazie al social housing, una sua funzione in linea con il presente, rispondendo al bisogno di casa senza consumare nuovo suolo. Stesso discorso per la caserma Pico, che ha potenzialità enormi. Anche le dismissioni di proprietà privata sono dentro questa visione, attivando nuove funzioni, in risposta a bisogni collettivi, possono rinascere a nuova vita e dare impatti positivi, credibili e durevoli, alla città».


Sulle marine già da tempo avete dato avvio a una programmazione, anche attraverso il Piano delle Coste. La pianificazione, però, si scontra con una realtà complicata tra casi di abusivismo e pratiche di condono ancora inevase. Quali strategie introdurrete per sbrogliare questa matassa? Quale sarà il ruolo delle marine? Su cosa si deve puntare?
«Le marine offrono spazi di benessere e bellezza, sono il capitale naturalistico che può aiutarci a sostenere Lecce e a migliorarne la qualità ambientale. Dobbiamo progettare un futuro nel quale i servizi turistici sono potenziati in chiave sostenibile, dove ci sono nuove opportunità di impresa, attività sportive, una offerta balneare nuova e qualificata. E nuove infrastrutture fattibili: con il CIS sono già previsti l’approdo di Frigole e la darsena di San Cataldo e poi ostelli, aree camper, spiagge fruibili in aree naturali, masserie recuperate, circuiti tematici immersi nel paesaggio agricolo.  Ci sono poi le antiche fragilità che è il momento di affrontare insieme. Il tema dell’abusivismo e dei condoni, per esempio, lo affronteremo collettivamente, senza nascondere, come avvenuto negli ultimi 50 anni, il dissesto, gli allagamenti e le zone umide e provando a costruire alternative possibili per la sicurezza dei cittadini e per la ricostruzione del paesaggio».


Nello studio si fa riferimento al conflitto tra urbanizzazioni abusive, rischi idrogeologici e vincoli ambientali. Tra le soluzioni al problema si fa riferimento all’esproprio con indennizzo o della permuta per gli edifici condonati. È uno degli scenari possibili?
«La sicurezza in zone a rischio idrogeologico è una questione centrale della quale si discute nel nostro paese ad ogni evento estremo o tragedia. Noi abbiamo in alcuni tratti case, molte delle quali incompiute, che si contendono il suolo con le zone umide o le dune, o già lambite dalle onde del mare. Dobbiamo definire insieme ai cittadini le alternative da realizzare gradualmente, dentro un processo, dando a quella parte di città il tempo di cambiare, ma senza rinunciare a farci carico di una responsabilità collettiva».


Tra le linee di indirizzo del Pug si parla anche di viabilità. Quali sono le strategie che state pensando di adottare per permettere alle persone di muoversi in città?
«Il Piano urbano della mobilità sostenibile sarà integrato con il Pug. Lavoriamo per rendere la città più accessibile, aperta al suo hinterland e la Provincia, connessa al suo interno, dentro e tra i quartieri, e al resto del mondo, con l’aeroporto di Brindisi e la stazione. Un lavoro a più scale che completerà la viabilità interna ai quartieri che hanno maglie viarie incomplete, che definirà parcheggi di interscambio e che lavorerà per fare in modo che le strade non siano solo manti asfaltati per lo scorrimento delle auto, ma spazi pubblici attrezzati, con alte prestazioni per pedoni, ciclisti, soggetti fragili, per prendere le fermata del bus del futuro trasporto pubblico».

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