«Io la gente la mando a prendere e la portano davanti a me». E poi: «Io non devo correre dietro a nessuno, che non ti dimenticare quello che sono e quello che rappresento a Lecce, cioè voglio dire, non ci dobbiamo stare a prendere in giro, se devo usare il potere lo uso, male, ma lo devo usare con voi, che devo fare?». La frase è attribuita al magistrato Pietro Errede e risulta di valore, per l’accusa, in riferimento a una ipotesi di tentata concussione per l’acquisto di una Mini Cooper. In sostanza risulta che dopo averla comprata, essendo il giudice di una procedura fallimentare che avrebbe riguardato in parte anche i venditori della vettura, avrebbe «preteso di restituirla alla concessionaria dopo un anno di utilizzo alla medesima cifra, paventando presunti difetti di costruzione relativi alla centralina».
Le espressioni usate dal giudice
Si sarebbe rivolto con espressioni ritenute vessatorie dai pm: «Io non voglio più essere preso per il c... mi sono spiegato? Uso il potere, a questo punto, se devo usare il potere. Uso il potere pur di risolvere il problema userò il potere».
L’accusa ritiene che così avesse messo in atto comportamenti finalizzati a ottenere un vantaggio. La restituzione della vettura e il “rimborso” dell’intera somma che aveva versato. Tutto per comprare un’altra macchina che non fu però trovata, a quanto rilevano i magistrati. Ricerca sfumata dopo le perquisizioni di giugno, quando l’inchiesta a carico del giudice e di altre 8 persone (all’epoca) fu resa nota alle persone coinvolte.
Concussione quindi solo “tentata” e agganciata alle pressioni fatte dal giudice facendo riferimento al proprio ruolo all’interno della sezione Fallimentare.
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