Lecce, focolaio in Tribunale: 18 positivi negli uffici del GIP. Gli avvocati chiedono lo stop alle udienze

Lecce, focolaio in Tribunale: 18 positivi negli uffici del GIP. Gli avvocati chiedono lo stop alle udienze
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 30 Novembre 2020, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 14:18

Il timore di contagio da Covid ha travolto nella giornata di ieri il Tribunale penale di viale Michele De Pietro, a Lecce. Ed in particolare l'ufficio gip-gup del quinto piano: su 22 tamponi rapidi effettuati nella mattinata, 18 (tre i magistrati) sono risultati positivi. Tamponi rapidi: nulla di certo, per il momento. La positività va accertata in modo definitivo. E per questo già nel pomeriggio di ieri personale e magistrati di quell'ufficio sono stati sottoposti ai tamponi molecolari. Nella giornata odierna saranno effettuati i tamponi antigienici. A tappeto.
L'ufficio gip resterà chiuso in attesa dell'esito dello screening. Personale in quarantena, con previsione delle sole udienze di convalida da remoto o in un'aula che garantisca le condizioni igienico sanitarie e con il solo personale risultato negativo ai test, sono le disposizioni della coordinatrice Cinzia Vergine concordate con il presidente e la dirigente amministrativa del Tribunale, Roberto Tanisi ed Alessandra Scrimitore.
Una situazione che ha colto tutti di sorpresa: nessuno si aspettava quei dati nei controlli disposti a seguito della positività comunicata giovedì sera da una dipendente di quell'ufficio. Anche perché nel polo penale della giustizia salentina si era registrato un solo caso di positività. Di un avvocato. Oltre un mese fa. Ed anche per questo è stato convocato per ieri sera alle otto un consiglio straordinario dell'Ordine degli avvocati e della Camera penale. Per fare il punto, per assumere delle decisioni. Rigorosamente da remoto. Anche una astensione di otto giorni.

Positivo il primo, negativo il secondo tampone: dubbi sul contagio di una cancelliera. L'ufficio Gip del tribunale chiude per sanificazione


La giornata di ieri ha riservato anche altre tensioni sul fronte sicurezza sanitaria: quattro avvocati hanno lasciato l'aula bunker dove si stava celebrando l'udienza preliminare dell'operazione antimafia Finale Blow.

Gli avvocati Francesco Vergine, Umberto Leo, Luigi Corvaglia ed Alessandro Stomeo hanno chiesto al giudice Giulia Proto di rinviare l'udienza poiché la presenza di imputati, difensori e personale superava la capienza stabilita per quell'aula. L'istanza non è stata accolta: «Abbiamo fatto presente la capienza massima di 76 persone, a fronte di un numero di oltre 100 presenti. Fra questi anche i detenuti, uno accanto all'altro nelle celle si sicurezza. Un unico corridoio centrale la disposizione dei posti a sedere a raggiera obbligo, inoltre, al passaggio sul posto occupato da un altro collega. Abbiamo chiesto solo di applicare il buonsenso e le disposizioni dello stesso presidente del Tribunale, ma non siamo ascoltati».


Intanto i sindacati sono sul piede di guerra: «In caso di qualche malaugurata positività al test molecolare in Tribunale o in Corte d'appello sottolineano i segretari territoriali Giovanni Cagnazzo (Cgil) Giovanni farchi (Cisl), Cosimo Rizzo (Uil), Gabriele De Maglio (Confintesa) e Giovanni Rizzo (Confsal-Unsa) chiediamo uno screening in tutti gli uffici, che per servizio sono comunicanti e collegati anche strettamente tra loro. Sollecitiamo gli uffici giudiziari a chiudere subito le contrattazioni sul lavoro agile emergenziale e in ogni modo ad avviarlo immediatamente, a partire dai lavoratori fragili, mandando poi a regime tutte le misure organizzative previste dalla normativa. Tra esse anche la flessibilità dell'orario di entrata e di uscita e la piena interlocuzione a distanza con l'utenza, che contribuiscono a tenere aperti gli uffici evitando focolai e infezioni di massa».
Garantisce una comunicazione trasparente e tempestiva il presidente del Tribunale: «Abbiamo in cantiere un bollettino quotidiano sull'emergenza epidemiologica», assicura Roberto Tanisi. «E non ci stancheremo mai di sollecitare il rispetto delle regole: mascherine, distanziamento, sanificazione delle mani e distanziamento».

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