Franco Cezza, il commercialista magliese consulente per le Fse

Franco Cezza, il commercialista magliese consulente per le Fse
di Maurizio TARANTINO
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 16:46
Tra i nomi legati alle consulenze per conto delle Ferrovie del Sud Est, spicca quello di Franco Cezza. Il commercialista magliese nei suoi anni giovanili ebbe una frequentazione con la politica, aderendo alla corrente che nel Salento era minoritaria, cioè quella di Donat Cattin. L’abilità nella gestione contabile gli fece ben presto fare carriera. Attraverso proficue relazione fu chiamato a far parte dei revisori dei conti di aziende di rilievo, nei consigli di amministrazione o in qualità di liquidatore: nel 2003 ad esempio fu nominato tra i liquidatori della “Cooperativa Emiliana mobilieri e affini - C.E.M.A” assieme al professor Ugo Ruffolo.

Una carriera sotto traccia, anche per il carattere riservato e poco appariscente, ma caratterizzata da incarichi di grande prestigio: nel 2007 e nel 2009 divenne consulente, al Senato, della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, in particolare sul ricorso alle consulenze esterne nel settore sanitario. Un campo, quello delle consulenze, in cui ebbe sempre un ruolo di primo piano, fino ai giorni nostri, tanto da riuscire ad ottenere l’incarico da parte delle Ferrovie dello Stato direttamente su sua proposta. Cezza, nel 2004, suggerisce all’azienda di realizzare l’archivio storico, offrendosi come esecutore, con un contratto da 6.650 euro al mese più iva, oltre a spese forfetarie del 15%. Una collaborazione che porterà nelle tasche del commercialista 717mila euro in 8 anni. Nel 2011 la richiesta di una proroga fino al 2021 e l’adeguamento del compenso che passa, nel 2015, a 7.500 euro.

A gettare ombre sulla carriera, la condanna, confermata dalla Cassazione nel 2011, per circonvenzione d’incapace. Il commercialista fu accusato di aver approfittato delle ridotte capacità di comprendere di un tossicodipendente per farsi rilasciare una procura un appartamento del valore di 150mila euro. Anche la moglie Rita Giannuzzi ha avuto la possibilità di lavorare con le Fse e lo ha fatto per otto anni: per la classificazione dell’archivio ha ottenuto un compenso di 8.950 euro più iva al mese. Altro consulente, il figlio Gianluigi, avvocato, che propone alle Fse di inserire un codice a barre nei documenti per snellire l’archiviazione: compenso da 198mila euro da erogare in 22 rate da 9mila euro. Un incarico che verrà prorogato, su proposta dell’avvocato, fino ai giorni nostri.

Il professor Cezza è anche autore di un manuale tecnico, scritto con l’altro figlio, Gianluca, dal titolo: “La liquidazione coatta amministrativa”.
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