Facoltà di Medicina a Lecce, confronto con il rettore Pollice: «Opportunità per la Puglia. Avanti con i permessi per partire in autunno». Il nodo dei fondi

Facoltà di Medicina a Lecce, confronto con il rettore Pollice: «Opportunità per la Puglia. Avanti con i permessi per partire in autunno». Il nodo dei fondi
di Maddalena MONGIò
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Martedì 25 Maggio 2021, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 13:50

«La Regione ci crede e noi andiamo avanti. I corsi partiranno in autunno dopo la chiusura dell'iter di accreditamento». Dritto al punto il rettore di UniSalento Fabio Pollice a fronte della giornata convulsa di ieri: prima la decadenza del disegno di legge legato della variazione di bilancio che porta in dote gli 80 milioni necessari al finanziamento del corso di laurea in Medicina a Lecce, in serata l'approvazione in Giunta di una nuova delibera che ripristina i fondi all'Ateneo salentino in questo binomio che guarda anche all'aspetto innovativo e tecnologico.
 

Rettore Pollice, la Giunta regionale ha subito messo la toppa evitando che potesse sorgere il dubbio di un possibile disimpegno. Alla fine torna il sereno, ma è preoccupato per questa partenza lenta dell'iter?
«Io resto molto fiducioso perché la Giunta regionale ha deliberato nuovamente in favore dell'impegno di spesa che è necessario al finanziamento del corso di laurea MedTec. È la volontà della Giunta, ma anche del Consiglio regionale giacché, a seguito dell'audizione di qualche giorno fa, in commissione Bilancio, ho avuto rassicurazioni anche da parte dell'opposizione che c'è la volontà di sostenere questo progetto per Unisalento perché è stata compresa l'utilità per il sistema sanitario pugliese.

A questo punto non vedo difficoltà. So per certo che tutti hanno compreso bene il messaggio che ho dato: questa è un'opportunità per la Puglia e, se la perdiamo, saranno altre regioni a beneficiarne».


Nessun nemico per l'attivazione di Medicina a Lecce?
«Guardi, c'era l'esigenza di alcuni consiglieri regionali di avere maggiori chiarimenti sul progetto e in audizione sono stato ben felice di darli. Sono pronto ad essere ascoltato ogni qualvolta i consiglieri ne sentissero la necessità perché la condivisione è importante. Conosco l'intelligenza politica della maggioranza e dell'opposizione e non ho mai dubitato che proprio su questo progetto convergeranno nell'interesse supremo della comunità regionale, anche perché indicazioni di tipo diverso sarebbero davvero incomprensibili».

Qualcosa finora non ha funzionato?
«Ora importa capire cosa serve per il futuro. Quello che è accaduto ci ha insegnato che la dialettica tra maggioranza e opposizione è importante e imprescindibile, ma deve tutelare sempre l'interesse generale. Ci ha insegnato che bisogna fare molta attenzione perché, in questo caso, i rischi possono essere notevoli per la Regione e ci sarebbe stata una grande responsabilità. Ma il progetto di Medicina a Lecce ha unito moltissimo maggioranza e opposizione proprio perché non guarda all'interesse di un territorio o di un'università, ma è un investimento a favore della sanità regionale».

Esclude che le richieste di maggiori approndimenti da una parte del centrodestra pugliese siano il frutto di un malpancismo dell'Università di Bari o, comunque, a sua difesa?
«Lo escludo certamente. Resistenza? Forse questo nasce dalla mancanza di informazione. Nella recente audizione ho avuto modo di constatare che le perplessità sono state superate con i chiarimenti che ho dato. Dobbiamo lavorare per fare della Puglia un'eccellenza anche nella sanità e per farlo siamo oggi tutti coinvolti in questo progetto. Sono convinto che da qui può partire il riscatto del Mezzogiorno e per questo dobbiamo stare tutti insieme, anche nell'interesse del Paese perché un sistema sanitario equilibrato garantisce tutti».

Ripercussioni negative da parte di Anvur che in questo giorni sta valutando definitivamente il progetto prima dell'ok del Miur?
«Anvur valuterà sulla base dell'impegno assunto dalla Regione di sostenere il progetto che una qualità ineccepibile. Poi, ci sarà il Miur. C'è la sostenibilità da parte dell'Ateneo, ma ovviamente sono fondamentali le risorse. Il progetto c'è, l'impegno della Regione anche, poi l'approvazione del finanziamento è un problema interno all'ente».

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