Nuova fabbrica e 40 assunzioni in arrivo per Rossi spa che investe 30 milioni di euro per irrobustire il polo di Lecce ed estendere la sua presenza sui mercati internazionali attraverso la realizzazione di una nuova gamma di prodotti. Il programma è già operativo da un anno ma ora sta per entrare nel vivo, per essere completato entro i prossimi 10 mesi.
L'azienda
Controllata dal leader mondiale nella produzione di riduttori, motoriduttori e motori elettrici, lo svizzero Habasit Group, e con casa madre a Modena, Rossi rappresenta una delle aziende più innovative nel settore della meccanica esistenti nella zona industriale di Lecce-Surbo. «Fino a oggi, il nostro core business - spiega interpellato il responsabile dello stabilimento, Carlo Cavallo - è stato rappresentato dalla produzione di motoriduttori epicicloidali.
Il primo step
Il primo step ha riguardato gli interni e possiamo dire - fa sapere Cavallo - che sia stato quasi portato a termine. Ora ci stiamo occupando della cura dell’esterno. Dopodiché, procederemo all’ampliamento, rispetto al quale abbiamo già effettuato la richiesta del permesso di costruire. L’obiettivo è terminare i lavori entro settembre 2023». Con immediate e consistenti ricadute occupazionali: «Attualmente, il nostro organico è composto da 180 dipendenti: 15 di questi sono già stati assorbiti nelle attività funzionali all’attivazione del nuovo stabilimento e altri 39/40 - conferma il manager plant - saranno assunti, e ci auguriamo siano soltanto i primi». In questo modo, il numero complessivo delle risorse di Rossi spa aumenterebbe fino a superare quota 700, mentre gli stabilimenti diventerebbero 4: due a Lecce e i restanti due a Modena e Ganaceto. L’investimento in causa - di cui oggi saranno forniti tutti i dettagli nel corso della conferenza stampa programmata ad hoc nella sede dell’azienda - è solo l’ultimo di una lunga serie che ha scandito l’evoluzione di Rossi a Lecce. Decisivo fu certamente quello effettuato dopo il 2012 quando il sito produttivo leccese rischiava addirittura la chiusura. Una crisi molto dura, che scatenò le proteste della popolazione operaia.
La crisi
Una crisi superata non senza sacrifici, dalla quale Rossi ha evidentemente tratto l’energia necessaria per sopravvivere prima, rialzarsi poi e, infine - come dimostrano i fatti - tornare a correre. Lungo questo percorso di rinascita, Rossi si è riposizionata, riuscendo così a generare o, meglio, a rigenerare un’offerta capace di rimodularsi in base alle mutazioni di una domanda sempre più estesa e specifica, che ovviamente ha richiesto anche l’aggiornamento e l’ammodernamento di processo oltre che di prodotto, dunque investimenti in tecnologia, sia per la fase di progettazione, che per quelle di assemblaggio e montaggio. E i risultati sembrano averle dato ragione. Oggi Rossi ha filiali in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Cina, Usa, Brasile, India, Benelux, Polonia, Turchia, Sudafrica, Malesia e Taiwan. Esporta il 60% dei suoi prodotti in oltre 50 Paesi e consta di una rete composta da 200 distributori e centri di assistenza autorizzati. I campi di applicazione dei suoi prodotti si stanno moltiplicando: dall’impiantistica per la produzione di energia rinnovabile alle costruzioni, passando per l’automotive e l’intrattenimento. Un nuovo capitolo sta per avere inizio.