Etica Etnica, ecco la start up di giovanissimi che aiuta le ragazze afghane a sognare

L'idea è di Fabio Diamante, co-fondatore della scuola "School of Enlightenment" e Daniele Manni, docente dell'Istituto "Galilei-Costa" di Lecce

I sei componenti della start up "Etica etnica"
I sei componenti della start up "Etica etnica"
di Silvio DETOMA
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Giugno 2023, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 11:06

Un ponte dall'Afghanistan a Lecce, seguendo il sogno della libertà, negata con l'arrivo dei talebani. Così dieci studentesse afghane, dai 14 ai 18 anni, adolescenti a cui è vietato frequentare la scuola per il ritorno della Shaaria, la legge islamica, si prodicano a cucire alcune borse con tessuti etnici di risulta, che poi vengono acquistate dagli studenti pugliesi per rivenderle online. L'idea è nata dal felice incontro tra Fabio Diamante, co-fondatore della scuola "School of Enlightenment" e il liceo "Galilei-Costa" di Lecce, in particolar con il docente di informatica, specializzato in micro imprenditorialtà giovanile, Daniele Manni. Così, dalla teoria sono nate due start up under 18. Una in Afghanistan, la "Princess Amani" e un'altra qui in Puglia, la "Etica etnica". 

Da cosa nasce cosa

Da un semplice incontro online con le docenti della "School of Enlightenment" in Afghanistan, Fabio Diamante e Daniele Manni è nata, a mo' di sfida, questa staffetta tra start up gemellate. Manni, già premiato come miglior docente dell'anno nel 2020, da anni sprona e affianca i propri studenti, tra i 14 e i 18 anni, a ideare e condurre micro attività imprenditoriali, che vanno dal genere sociale al business. 

Le borse realizzate in Afghanistan dalla start up "Princess Amani"

Un ponte tra Afghanistan e Italia, nel segno delle donne

"Etica etnica", a prima vista sembrerebbe un gioco di parole, a guardarla meglio si tratta di una vera e propria realtà imprenditoriale, una start up tutta italiana, salentina in particolare. Guidata da un gruppo di cinque ragazze e un ragazzo, tutti studenti dell'Istituto "Galilei-Costa" di Lecce, che collaborano con un'altra start up di giovani under 18, la "Princess Amani". Quest'ultima è seguita sul posto da tre docenti che hanno preso a cuore questo progetto, che all'interno del famoso cassetto dei sogni fa rientrare il desiderio di rivalsa femminile, in un Paese distante anni luce dai diritti. C'è chi vuole diventare un medico, chi aspira un giorno ad entrare in una classe di studenti e insegnare ad altre donne a realizzarsi. Poi c'è chi vorrrebbe seguire la strada del giornalismo per raccontare la loro realtà, chi diventare un'imprenditrice. E ancora chi vuole entrare nell'esercito o diventare una pilota di aereo. I loro nomi sono Fatima, Frohar, Maimana, Rangina, Safia, Medina, Roma, Huzzra, Husna ed Hena. Le ragazze afghane, però, mantengono un riserbo sui loro nomi, essenzialmente perché è importante mantenere l'anonimato, per non incappare in qualche guaio. Le ragazze disegnano, cuciono e realizzano totalmente a mano delle borse originali.

Poi per ridurre i costi e massimizzare i profitti, utilizzano tessuti etnici ricavati da ogni possibile fonte come tendaggi, rivestimenti di divani, poltrone e cuscini, tovaglie preziose e abiti e sciarpe non più in uso.

Le dieci donne afghane della start up "Princess Amani"

Etica Etnica: come funziona

La start up pugliese, guidata da Alessia Petino, Luna Civitale, Bianca Maria Manca, Teresa Morabito, Giada Bray e Luigi Carratta, acquista le borse realizzate dalle ragazze di "Princess Amani", ad un prezzo nettamente maggiore portando nelle casse delle ragazze afghane un guadagno importante, rispetto a quello che avrebbero potuto fare vendendolo nel loro Paese. Le borse, quindi, vengono importate in Italia con la copertura delle spese di spedizione per conto di "Etica etnica" e poi venduto sul sito della start-up. Alla realtà imprenditoriale portata avanti dai sei studenti leccesi è stato assegnato l'attestato di merito al "Premio Salvatore Valentino 2023", mentre è arrivata al secondo posto al "Premio Lorenzo Toma 2023". 

Alcune borse in vendita sul sito di "Etica Etnica"

Gli obiettivi e i primi successi

I ragazzi della start up garantiscono che acquistare una borsa di Etica Etnica ha una duplice valenza. «Chi acquista una borsa di Etica Etnica - hanno raccontato - non entra soltanto in possesso di un oggetto unico di artigianato tipico Afghano, realizzato interamente a mano, ma ci aiuta a permettere ad una giovane studentessa di frequentare (di nascosto) una scuola e di immaginare il proprio futuro e di intraprendere concretamente il cammino per raggiungerlo». E poi c'è l'elemento dell'unicità delle borse, realizzate appunto con tessuti sempre diversi. «Abbiamo ricevuto un mese fa il primo lotto di 20 borse, le abbiamo messe sul sito e le abbiamo già vendute tutte, il ricavato ci sta permettendo di acquistare il secondo lotto, questa volta di oltre 50 borse - hanno detto gli studenti - L’intento è quello di mettere in moto un processo produttivo e di vendita di un numero sempre maggiore di borse e garantire così alle ragazze afghane profitti reali e una rampa di lancio verso il loro futuro».  

© RIPRODUZIONE RISERVATA