«Presto un nuovo movimento politico: una rete civica che va oltre le ideologie»

Alessandro Delli Noci
Alessandro Delli Noci
di Maurizio TARANTINO
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Mercoledì 26 Gennaio 2022, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 10:28

«Stiamo provando a costruire qualcosa che vada al di là del colore politico, ma che rappresenti un valore per i territori».
Alessandro Delli Noci, assessore regionale e deus ex machina insieme al collega salentino Sebastiano Leo della lista Insieme per il Salento ha sbaragliato le previsioni sulle elezioni provinciali, ottenendo 36.487 voti ponderati, 12mila in più dell'altra lista di centrosinistra Salento Bene Comune. Un successo dell'asse Emiliano Minerva e del nuovo corso oltre i partiti.
Assessore Delli Noci, avete messo in piedi una strategia vincente, gettando le basi per la rielezione del presidente a fine anno.
«Il presidente Michele Emiliano ci ha chiesto di provare a stare insieme e lo stiamo facendo con grande determinazione, per arrivare a costruire, alla fine, un movimento politico che non sia un coacervo di correnti ma una base di crescita collettiva. Il respiro è ampio e coinvolge oltre all'assessore Leo, anche Salvatore Ruggeri e Luigi Mazzei e a breve esordiremo con questo movimento politico partendo dalla provincia di Foggia. Dialoghiamo sulle proposte non sulle ideologie. Il civismo è una forza politica indiscutibile nella provincia di Lecce, così come è già accaduto nelle scorse elezioni regionali. Un risultato che ci dice quanto sia forte l'esigenza degli amministratori locali di creare una rete civica, di farne parte convintamente e di costruire un percorso politico che metta al centro le battaglie di valorizzazione, tutela e sviluppo dei territori».
Lei parla di ampio respiro e questo comprende anche il dialogo con la destra di Mellone: due sue esponenti saranno, in campi opposti, in consiglio.
«È un errore personalizzare gli eventi. Si tratta di due amministratori di Nardò che sono stati votati per rappresentare un territorio importante e complesso. Gabriele Mangione in particolare è un amico con il quale abbiamo condiviso tanto insieme a Liberi popolari di Nardò di cui fa parte. Come ho detto prima, proviamo a stare insieme sui contenuti e sulle sfide, altrimenti non ci sono prospettive. Stiamo provando a creare una rete di amministratori capaci e validi. Non guardiamo alle etichette».
La Provincia di Lecce sembra di nuovo essere punto di riferimento importante per le strategie del territorio, nonostante il depotenziamento arrivato con la riforma Delrio.
«Adesso più che mai, la Provincia di Lecce deve ritornare ad essere un ente di programmazione e supporto ai comuni e occuparsi di pianificazione strategica e piani di sviluppo anche attraverso il supporto costante e la collaborazione della Regione Puglia. Le sfide sono enormi, dall'ambiente, alla digitalizzazione, alla produttività. Basti pensare al ruolo del Contratto istituzionale di sviluppo, un'occasione enorme che deve essere incanalata in maniera corretta partendo dalla costa. Poi penso ad un piano strategico per il turismo, prenda Santa Cesarea e la potenzialità delle terme. Il Pnrr ci pone di fronte ad una sfida importantissima e i Comuni devono poter avere una guida: la Provincia può farlo bene».
Proprio i Comuni non riescono, il più delle volte, a superare un aspetto localistico: il dibattito sugli impianti di compostaggio ne è un esempio.
«La politica troppo spesso è stata basata sul nimby. Adesso è tempo invece di costruire un senso collettivo. Alcune attività vanno organizzate in una economia di scala, guardiamo alle Unioni dei comuni. Ma serve un'identità che ci identifichi, come nella Grecìa salentina ad esempio. Gli amministratori devono avere questo compito, sotto la guida della Provincia».

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