Lecce, 558 cantieri grazie al “bonus facciate”: viaggio nella città che cambia

Lecce, piazzetta Castromediano
Lecce, piazzetta Castromediano
di Andrea TAFURO
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 06:59

Lecce si rifà il look con i 558 interventi di riqualificazione edilizia avviati nell’arco del 2021. In estate avremo un’altra città, a patire proprio dal centro storico. I cantieri in corso d’opera avviati quasi tutti attraverso il bonus facciate, garantiranno entro i prossimi mesi il restyling di numerosi monumenti, chiese, palazzi del centro storico e condomini residenziali. Il dato raccolto nei sistemi informatici del Comune capoluogo del Salento, è concentrato infatti nelle zone A e B della città (ossia nel centro storico e nelle zone a ridosso della circonvallazione di non nuova edificazione). Nel dettaglio, le pratiche Cila (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), necessarie per avviare il bonus facciata sino allo scorso anno con aliquota al 90%, riguardano ben 170 edifici presenti nel centro storico.

Restyling chiese

Interventi dunque, che risulteranno essere funzionali non solo al recupero del patrimonio edilizio, ma anche a quello storico e culturale della città barocca. E tra le opere più attese, le facciate restituite alle origini, delle chiese di Sant’Angelo, Santa Teresa e San Matteo. In questo quadro di restyling generalizzato, da cui sono escluse soltanto le zone periferiche di nuova realizzazione, ma impattante dal punto di vista economico e urbanistico sulla città, si inserisce il commento dell’assessore comunale con delega alle Politiche urbanistiche, Rigenerazione urbana e Patrimonio pubblico, Rita Miglietta. «I numeri, e non solo, ci dicono che l’impatto degli interventi edilizi sulle facciate degli edifici è notevole sotto più profili – afferma Miglietta - muovendosi nella città infatti, tutti possono percepire come tratti di strade o porzioni di isolati stanno rigenerando il loro volto, grazie al rinnovamento di parti di fronti urbani, ad esempio penso ad alcuni tratti di viale Lo Re. Facciate monumentali di edifici sacri o civili, importanti dal punto di vista architettonico, specie nel centro storico – prosegue l’assessore della Giunta Salvemini - restituiscono a tutti una maggiore percezione della città e della sua bellezza, ma anche le architetture minori di tanti altri quartieri, che siano condomini o singole abitazioni, rinnovati nelle loro facciate contribuiscono notevolmente ad innalzare il decoro urbano.

Sotto questo profilo il bonus facciate non sta trainando solo la ripresa economica del settore edilizio, sta incidendo anche sul valore degli immobili, e penso sia trainante anche per l’innalzamento progressivo di una maggiore qualità urbana. Una facciata recuperata infatti – ribadisce Rita Miglietta - qualifica il contesto e dunque lo spazio pubblico». 

Ecobonus

Interventi di riqualificazione che sino al 31 dicembre scorso, come detto, hanno goduto della detrazione del 90%, aliquota che di fatto ha reso la misura appetibile per i privati e per le aziende edili. Un’opportunità dunque, che dal primo gennaio di quest’anno con la riduzione della percentuale di contributo governativo al 60%, pur confermando, al netto delle preoccupazioni del comparto edile sulla convenienza della nuova aliquota, la possibilità d’intervento finalizzato al recupero o restauro della facciata esterna, pulitura e tinteggiatura esterna, interventi su balconi, ornamenti, fregi, interventi sulle strutture opache verticali della facciata influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio. Dubbi sui nuovi parametri della misura, sollevati dal data analyst, Davide Stasi. «Il bonus facciate 2022 non è conveniente come in passato se si considera una delle soluzioni alternative come l’ecobonus al 65%, che in condominio può arrivare al 70% se i lavori interessano almeno il 25% della superficie della facciata, oppure al 75% in presenza di determinati livelli di prestazione energetica invernale ed estiva. In pratica – spiega Stasi - è possibile portare in detrazione con questa percentuale la spesa per effettuare il cappotto termico o per coibentare l’edificio senza le complicazioni burocratiche del superbonus 110% e con gli stessi requisiti del bonus facciate. Oltre a quello fiscale c’è poi il vantaggio che per l’ecobonus non c’è bisogno di avere un immobile ubicato in zona A o B, il che allarga notevolmente la platea dei beneficiari. Dopodiché – conclude - l’ecobonus è applicabile anche sulle facciate interne dell’edificio, quelle, cioè, che non si affacciano su una strada pubblica, sui tetti e sui lastrici solari».

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