Lo scontro sugli eventi, il Comune: «Già 50 adesioni e presto nuove misure»

Lo scontro sugli eventi, il Comune: «Già 50 adesioni e presto nuove misure»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 13 Maggio 2021, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 09:54

Non sembra ricomporsi la spaccatura tra Palazzo Carafa e gli operatori della cultura, dopo la lettera che questi ultimi hanno indirizzato al sindaco accusando il Comune di Lecce di scarsa attenzione al settore, che da oltre un anno fa i conti con le restrizioni pressoché totali della pandemia.

L'elenco dei "ribelli" si allunga


Mentre si allunga la platea dei firmatari del documento in cui le associazioni e le piccole imprese locali del teatro, del cinema, della musica, dopo aver rinunciato a partecipare alla call per gli eventi estivi indetta dall'ente bocciano l'operato dell'amministrazione Salvemini e chiedono di essere coinvolte per la scrittura di linee programmatiche che aiutino la ripartenza, gli interlocutori pubblici al momento restano sulle posizioni di partenza, rivendicando la bontà del proprio operato.

Dopo la risposta del sindaco, che si era detto amareggiato ma comunque pronto ad accogliere le istanze degli operatori, tocca agli assessori direttamente interessati replicare.

La risposta degli assessori


Fabiana Cicirillo, assessore alla Cultura, spiega che nonostante la diserzione delle realtà che protestano «la call con la quale l'amministrazione comunale ha invitato associazioni e imprese della cultura e dello spettacolo a inviare proposte per spettacoli dal vivo da inserire nel cartellone estivo si è chiusa il 30 aprile scorso. Sono arrivate circa 50 candidature, che spaziano dal teatro alla musica e alla danza, ora al vaglio degli uffici che ne stanno verificando l'ammissibilità rispetto ai criteri illustrati nell'avviso pubblico».
Insomma, evidentemente, sembra voler rimarcare l'assessore, non tutti hanno declinato l'invito. «Con questo avviso il Comune ha messo a disposizione degli operatori gli spazi pubblici e gli immobili comunali e servizi, proprio per venire incontro alle difficoltà di un settore gravemente prostrato dalla pandemia - prosegue l'assessore - il nostro obiettivo, che riusciremo a raggiungere appena l'emergenza pandemica sarà trascorsa, è pubblicare due bandi semestrali con i quali sostenere manifestazioni culturali in tutta la città, secondo la strategia e la visione dell'amministrazione: portare la cultura non solo al centro ma anche nei quartieri e nelle marine».
Il ripristino dei bandi, indetti da Salvemini nel 2018 e poi naufragati per la caduta dell'amministrazione, sarebbe infatti un punto di partenza e lo stesso sindaco, nella risposta alla lettera, prospettava questa possibilità. Il punto cruciale della contesa, però, resta quello del coinvolgimento. Assente secondo gli operatori. Ma dal Comune, che lunedì scorso ha convocato un primo confronto online con i firmatari del documento, ribadiscono la disponibilità ad accogliere le istanze in arrivo dal mondo dello spettacolo.
Proprio l'assessore allo Spettacolo, Paolo Foresio, ribadisce infatti l'apertura: «Qualche giorno fa, con il sindaco, abbiamo incontrato alcuni operatori culturali che avevano annunciato e motivato l'intenzione di non partecipare alla call e, come facciamo ogni volta che non solo gruppi ma anche singoli operatori ci chiedono un confronto, abbiamo ascoltato la loro posizione e illustrato la nostra. Alla conclusione dell'incontro, il sindaco ha invitato gli operatori a formalizzare le loro proposte in modo da poterle valutare». «Da parte nostra - conclude Foresio -, c'è sempre la massima disponibilità ad ascoltare tutti e a collaborare, come sanno molti dei firmatari, dei quali abbiamo condiviso e sostenuto i progetti anche nell'anno della pandemia».

Il bando contestato


I presupposti per un dialogo, insomma, sulla carta ci sarebbero tutti. Ma le perplessità degli operatori, che si rivedranno domani, restano. Se la maggior parte delle compagnie e dei gruppi del territorio non riescono ad affrontare le spese del bando, chi sono i cinquanta partecipanti? La risposta sembra portare ai centri che godono di finanziamenti statali, come Koreja, Balletto del Sud, Astragali, da una parte. E alle associazioni dilettantistiche dall'altra. Nel mezzo, una grande platea che, almeno nella sua città, per quest'anno non avrà palco.
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