Assembramenti a Lecce, ultimatum di Salvemini: «Zona arancione entro 48 ore o farò ordinanze di chiusure»

Assembramenti a Lecce, ultimatum di Salvemini: «Zona arancione entro 48 ore o farò ordinanze di chiusure»
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Domenica 7 Marzo 2021, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 00:11

«Se non ci sarà la zona arancione entro 48 ore, emetterò ordinanze a Lecce per limitare gli assembramenti». Firmato: sindaco Carlo Salvemini. E' l'ultimatum che arriva da Palazzo Carafa dopo l'aumento dei contagi nel capoluogo del Salento, Lecce, negli ultimi giorni e gli affollamenti - in centro nelle principali vie del passeggio e nelle piazzette dei giovani, ma anche lungo il litorale - che continuano a registrarsi nonostante i richiami al rispetto delle regole. Ultimo episodio: il senso unico pedonale istituito ieri sera in via Trinchese a causa del fiume di gente che anche dal resto della provincia si è riversato in città.

«Quello appena trascorso è stato un fine settimana nel quale ha prevalso in tanti l’esigenza di socialità sulla necessaria e doverosa prudenza, che ci impone di limitare gli incontri, le uscite non necessarie, le passeggiate in centro.

A tutela della nostra salute, di quella dei nostri parenti – in particolare i più anziani –, delle persone che con noi vivono o lavorano - spiega Salvemini - con la Protezione Civile abbiamo gestito i flussi pedonali attraverso i sensi unici su via Trinchese e Corso Vittorio Emanuele. Ma non abbiamo potuto evitare – nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine – che in più punti del centro si formassero pericolosi assembramenti. Non va bene. La comprensione dell’urgenza di voler uscire da questa situazione deve accompagnarsi alla consapevolezza che serve continuare a proteggerci».

Questo il quadro delle ultime ore su cui Salvemini riaccende i riflettori annunciando la svolta. «Il coronavirus, la cui circolazione è rafforzata notevolmente dalle varianti, continua a mettere in difficoltà i nostri sistemi sanitari, a mietere vittime, a provocare danni gravi alla salute delle persone più fragili che ne vengono contagiate. La prospettiva di uscire dall’incubo con la vaccinazione di massima è concreta, ma ancora non è realtà: fino ad allora occorre tenere alta la guardia». Da qui la decisione di passare, per così dire, alle maniere forti. «Perciò se nelle prossime 48 ore - conclude il sindaco di Lecce - non interverranno da parte del Governo o della Regione nuove misure restrittive (già annunciate), che riportino il nostro territorio in zona arancione limitando almeno l’afflusso dagli altri comuni verso il capoluogo, mi vedrò costretto a disporre apposite ordinanze a tutela della salute pubblica per limitare le possibilità di assembramento nella nostra città. È una decisione non facile, che, finora, confortato dai dati relativi ai contagi nella nostra provincia comparati con altri territori, ho ritenuto di non assumere per non ulteriormente penalizzare l’economia cittadina. Ma di fronte alla impressionante capacità diffusiva delle varianti, diventa inevitabile».

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