Lecce, centro storico chiuso alle auto: i residenti ricorrono al Tar contro la Ztl h24

Lecce, centro storico chiuso alle auto: i residenti ricorrono al Tar contro la Ztl h24
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 28 Aprile 2022, 21:14 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 11:42

«Un provvedimento discutibile e per nulla condiviso. La Ztl h24 è ingiustificata e fortemente penalizzante». Il Comitato per la tutela del centro storico di Lecce è pronto a dare battaglia anche in tribunale. I residenti dell’area antica hanno deciso di impugnare dinnanzi al Tar l’atto di indirizzo, approvato in giunta nel mese di febbraio, propedeutico all’istituzione di un’unica fascia oraria per la sorveglianza degli accessi in Ztl corrispondente alle 24 ore.

Il ricorso


Nel ricorso, presentato dall’avvocato Leonardo Maruotti, si fa riferimento a una serie di “illegittimità” del provvedimento dell’amministrazione Salvemini. A partire dalla scelta di procedere con un cambio di rotta rispetto alla Ztl h18: «Non si comprendono le ragioni che hanno portato il Comune a modificare tale atto, a distanza di soli nove mesi, a maggior ragione ove si consideri che non vi è stata alcuna sopravvenienza – spiega il legale -. Il cambio comporterebbe anche a uno spreco di risorse, essendosi il Comune dotato di apparecchiature che consentono di utilizzare il sistema variabile, ormai inutili poiché la Ztl, qualora non fossero annullati gli atti gravati, sarà attiva per 24 ore». Per il Comitato l’atto varato dalla giunta è carente di “istruttoria e di motivazione” in quanto sprovvisto di indagini e studi necessari a dimostrare l’utilità della Ztl h24 in termini di sicurezza stradale, salute dei cittadini e di tutela del patrimonio ambientale e culturale. Anzi, per gli abitanti dell’Ovale, con l’avvio della Ztl h24, ci sarebbe il rischio di intasamenti alla viabilità in quanto le auto sarebbero costrette a percorrere “altre arterie stradali già soggette ad intenso traffico senza che siano state individuate aree da adibire a parcheggio”. «Dal momento che il Comune non ha commissionato alcuno studio sul traffico – aggiunge l’avvocato Maruotti - ad oggi non è dato conoscere il numero medio di autoveicoli di non residenti che quotidianamente accede all’interno della Ztl negli orari consentiti, il numero medio di stalli per il parcheggio occupati quotidianamente dai suddetti autoveicoli.

In altre parole non è dato comprendere quali siano i benefici concreti che deriverebbero dall’applicazione del provvedimento se non vengono indicate le ragioni per le quali si rende necessaria detta modifica rispetto al passato».

Le altre contestazioni

Nel ricorso, inoltre, si riportano anche vizi di motivazione. L’atto di indirizzo fa riferimento alle “Linee guida sulla regolamentazione della circolazione stradale e segnaletica nelle zone a traffico limitato” del Ministero delle Infrastrutture che incoraggiano il superamento delle Ztl variabili. Per il Comitato, però, le linee guida non pongono un divieto assoluto e per questo il richiamo risulta “parziale ed erroneo e comporta inevitabilmente un palese travisamento”. Inoltre Palazzo Carafa sarebbe sprovvisto anche di un piano urbano del traffico aggiornato: per questo gli interventi parziali (a macchia di leopardo) risultano, secondo i ricorrenti, non funzionali a governare e disciplinare il fenomeno della congestione del traffico. Adesso spetterà ai giudici amministrativi pronunciarsi nel merito. Con il Comitato che non ha intenzione di mollare la presa ed è pronto a proseguire la sua battaglia verso un atto «discutibile e per nulla condiviso. L’obiettivo non è solo preservare il centro storico ma anche mantenerne l’imprescindibile vivibilità. Ed è inconciliabile con la Ztl h24 – si legge in una nota -. Una misura ingiustificata e fortemente penalizzante e di così forte impatto porterebbe a un rapido abbandono da parte dei residenti, con le tipiche dinamiche “Airbnb” e “Movida».

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