Porte chiuse al castello "Carlo V": da oggi stop alle visite. La riapertura? Da stabilire

Porte chiuse al castello "Carlo V": da oggi stop alle visite. La riapertura? Da stabilire
di Stefania DE CESARE
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Martedì 31 Gennaio 2023, 22:05 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:10

Finisce l’era della gestione condivisa tra Comune e Soprintendenza e da oggi comincia un nuovo capitolo della storia del Castello Carlo V.  L’amministrazione Salvemini ha “lasciato” l’antico maniero che torna così ufficialmente nelle mani del Demanio. Una nuova fase che non parte con il piede giusto e la futura fruizione del bene monumentale è incerta. Ieri il Comune ha proceduto a liberare gli spazi di sua proprietà: oggi saranno portate vie le ultime cose e domani l’Ente consegnerà le chiavi all’Agenzia del Demanio. Ma intanto, già da questa mattina, Palazzo Carafa non si occuperà più del servizio di guardiania. Il bene, quindi, rischia di rimanere con le porte chiuse a lungo. 

La Soprintendenza: «Allo studio ipotesi per limitare i disagi»

«Occorre attendere l’effettivo trasferimento del bene. Nel frattempo stiamo studiando possibili soluzioni per limitare i disguidi». Parola della soprintendente Francesca Riccio che prova a rassicurare i tanti leccesi che hanno a cuore le sorti di uno dei tesori simbolo della città. La doppia gestione, andata avanti per anni con percorsi di visita distinti e biglietti separati, ha creato smarrimento e disagi ai tanti turisti che hanno oltrepassato le porte del Carlo V. Poi a dicembre il passo indietro del Comune con la decisione di cedere le parti di competenza comunale, condizionata dalla mancanza di risorse. La delibera giunta è datata 15 dicembre: ma dopo più di un mese non ci sono ad oggi soluzioni valide che consentano di non sospendere il servizio di apertura e custodia del castello. 
«La disponibilità dell’intero complesso monumentale in uso governativo sarà una novità di enorme rilievo che imporrà importanti riflessioni sul nuovo modello di gestione da realizzare – si legge nella nota -.

A tale scopo la Soprintendenza ha già coinvolto gli uffici centrali e periferici del Ministero della Cultura per vagliare le possibilità e individuare le risorse atte a delineare una prospettiva di fruizione e valorizzazione organica ed ampliata da attuare nel più breve tempo possibile per avviare un nuovo corso».

Il programma per la ripartenza

La base di partenza saranno sicuramente le attività “Attraverso il Castello” organizzate nel corso di più di un triennio dall’organo ministeriale, in collaborazione con l’Associazione 34° Fuso e che «hanno coinvolto circa 40mila visitatori tra cittadini e turisti di tutte le età, realizzando un importante obiettivo di valorizzazione del complesso monumentale». Ma sul breve futuro la Soprintendenza non si sbilancia: «L’acquisizione dell’intero complesso richiederà tempi tecnici ed un notevolissimo impegno innanzitutto per la verifica dello stato di consistenza di strutture e impianti presenti negli spazi, che per anni sono stati in consegna o in uso all’ente locale, e per altri adempimenti quali il passaggio delle utenze. Nelle more di una riorganizzazione gestionale complessiva del bene si dovranno prevedere opere di manutenzione di strutture e impianti, pulizia e riadattamento che potrebbero riguardare una parte consistente dell’imponente complesso ai fini della sua fruizione e valorizzazione secondo un progetto unitario». 

Cantieri in vista: due lotti appalatati entro l'anno

All’orizzonte, inoltre, ci sono anche nuovi cantieri: «Ciò si accompagnerà ai lavori di recupero già in corso ad opera del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura mentre due ulteriori lotti sono in corso di progettazione e verranno appaltati entro l’anno». Ma il turismo non può aspettare e necessita di una programmazione chiara e precisa. «Si stanno perfezionando alcune possibili soluzioni a più breve termine per favorire la partecipazione pubblica e limitare i disguidi che fisiologicamente conseguiranno ad un cambiamento così radicale – sottolinea l’architetto Riccio -. L’uscita di scena del Comune comporta infatti la cessazione dei servizi finora erogati compresa la sorveglianza dell’accesso dalla Porta Falsa su Piazza Libertini al Castello necessaria all’attraversamento urbano della Piazza d’Armi che, in forza di un precedente accordo, era configurato come una concessione gratuita dalla Soprintendenza alla città per renderlo fruibile liberamente come spazio pubblico. Si tratta di un’abitudine ormai consolidata, un’occasione di fruizione quotidiana del bene culturale per la quale si stanno vagliando alcune ipotesi di ripristino».
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