Processo a un carabiniere rinviato in attesa della riforma Cartabia: è più indulgente

Processo a un carabiniere rinviato in attesa della riforma Cartabia: è più indulgente
di Roberta GRASSI
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Martedì 15 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:50

Slitta il processo, in attesa della riforma che in alcuni casi è più favorevole all’imputato della legge attuale. E come accaduto ieri per un procedimento, ora potrebbero essere in molti i rinvii, aspettando la Cartabia, a sua volta differita di due mesi. Il primo stop, in quel di Lecce, è stato deciso dalla Corte d’Appello nella prima udienza di un processo a carico di un maresciallo dei carabinieri di Lecce, in servizio all’epoca dei fatti a San Pietro Vernotico

Il processo

Era stato condannato in primo grado a dieci mesi di reclusione (l’altro carabiniere coinvolto era stato assolto) con pena sospesa e non menzione. Il suo avvocato ha impugnato la sentenza del gup di Brindisi, Maurizio Saso, puntando all’assoluzione. L’accusa era di aver certificato di aver eseguito un controllo in casa di due detenuti agli arresti domiciliari, senza averlo però mai fatto. Una contestazione di falso e di omissione in atti d’ufficio certamente di rilievo per la carriera. 
Con la riforma Cartabia, ha rilevato l’avvocato Paolo Spalluto, per quella tipologia di reato si può chiedere la messa alla prova (che comporta al superamento l’estinzione del reato), o il proscioglimento per la particolare tenuità del fatto.

Tali richieste non sono sostenibili facendo riferimento alle norme attuali. Dunque, è il caso di attendere. Perché comunque, se dovesse entrare in vigore la nuova norma, a prescindere da quando è stato commesso il fatto, ci sarebbero effetti rilevanti per il diretto interessato. Il principio del “favor rei” (che prevede, nel penale, che si applichi sempre la legge più favorevole all’imputato), comporterebbe probabilmente una revisione della pena o addirittura della eventuale sentenza di condanna. Con un aggravio, in termini di economia processuale, ritenuto evitabile tanto dal legale, quanto dal collegio giudicante (presidente Nicola Lariccia, a latere Domenico Toni e Antonia Martalò). E pure dal pg, Giovanni Gagliotta. 

Profili di incostituzionalità

L’avvocato inoltre aveva fatto emergere possibili profili di incostituzionalità della norma con cui il governo ha rinviato la riforma Cartabia. Sottolineando come gli effetti, in un momento di transizione, debbano comunque ritenersi attualmente in vigore. Anche nel caso delle contestazioni procedibili d’ufficio che invece ora dovranno essere valutate solo se c’è una querela di parte. Le maglie sono state allargate. È così possibile accedere ad alcuni benefici, anche in tema di trattamento sanzionatorio, per ipotesi per cui prima non lo era. 
Tanto vale attendere. La Corte ha rinviato il processo al 13 febbraio prossimo. Quando in teoria le nuove previsioni, su cui c’è stato un acceso dibattito sollevato anche dall’Anm e da molti procuratori generali, saranno effettive. Se il rinvio della Cartabia, dovesse effettivamente essere solo un rinvio. Qualora non dovesse andare come previsto, c’è una eccezione di incostituzionalità o la richiesta di intervento della Corte di Giustizia da vagliare. Lo si farà dopo. Intanto, analoga istanza, potrebbe essere formulata da molte difese e in tutti i gradi di giudizio. Soprattutto dinanzi al Tribunale in composizione monocratica.

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