Gli avvocati penalisti incrociano le braccia. O forse sarebbe meglio dire depongono la toga per un giorno, in segno di protesta. Accade a Lecce, dove la Camera Penale ha indetto una giornata di astensione per protestare contro un provvedimento assunto dal Tribunale di Sorveglianza che ha deciso di non revocare le misure Covid e impedire quindi ancora l'accesso libero alle cancellerie, confermando il passaggio dal "front office".
Le motivazioni
«Ogni difensore - scrivono i penalisti in una nota a firma del presidente Giancarlo Dei Lazzaretti e del segretario, Antonio Savoia - ha il diritto e il dovere di espletare appieno la difesa del proprio assistito e parte fondamentale dell'attività professionale è rappresentata dallo studio e dalla attenzione da rivolgere agli atti presenti negli uffici e nelle cancellerie preposte».
I penalisti: «Lesione al diritto di difesa»
«Ogni limitazione - proseguono - o ostacolo al libero accesso agli atti dei diversi procedimenti, che interessano i propri assistiti, rappresenta una grave limitazione del diritto di difesa e del ruolo degli avvocati». La Camera penale di Lecce, fa anche sapere di aver sollcitato e chiesto, anche attraverso il Consiglio dell'Ordine degli avvocati, il ripristino dell'accesso libero considerato che, «L'emergenza dettata dalla pandemia Covid è ormai cessata da tempo».
«Ammassati sui pianerottoli»
Spiegano i penalisti che dover «stazionare ammassati sul pianerottolo del sesto piano del palazzo di giustizia in attesa di informazioni o di poter avere un fascicolo, è umiliante, oltre che ingiusto».