«Bullismo in aumento, va fermato. Troppi cattivi esempi dai genitori»: allarme della Procura anche su Dad e dispersione scolastica

«Bullismo in aumento, va fermato. Troppi cattivi esempi dai genitori»: allarme della Procura anche su Dad e dispersione scolastica
di Matteo CAIONE
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Venerdì 23 Aprile 2021, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 14:07

Il caso avvenuto in una scuola di Maglie ha messo in luce ancora una volta l'emergenza del disagio e delle devianze che attraversano il mondo giovanile. Aumentano gli atti di violenza e di bullismo e si abbassa l'età in cui i ragazzi cominciano a commettere reati, ovvero prima dei 14 anni. A lanciare l'allarme è il procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Lecce, Simona Filoni.
 

Procuratore, cosa sta accadendo nel Salento?
«C'è un aumento dei reati commessi dai minori e l'età si abbassa sempre di più. Parliamo di bullismo, minacce, molestie, violenze. E la rete è ormai il terreno privilegiato per offendere, dileggiare e commettere crimini. Il web è un mondo foriero di pericoli e purtroppo manca una vera educazione digitale. Ci sono casi particolari: intromissioni nelle chat di bambini per postare immagini pedopornografiche con richiesta ai ragazzi stessi di immagini a sfondo sessuale. Poi le sfide social: il lancio di sassi sulle vetture in transito e i minori che si buttano contro le auto facendosi filmare. Oppure ragazzi che vengono aggrediti nell'ambito di un'azione che fa parte di un video-gioco e i casi di ciukinismo, una delle tante varianti del cyberbullismo. Per il resto, ci sono sempre più minori che custodiscono e brandiscono armi bianche, che vanno in giro con i coltelli nello zaino: un fenomeno che fa il paio con il consumo abituale di droghe. E poi coppiette che vengono aggredite con pugni e schiaffi sol perché si tratta di fidanzatini che si vogliono bene e sono felici. All'attenzione ci sono anche casi nel Salento, ma non in provincia di Lecce, di violenza sessuale con più vittime minorenni».
 

Si abbassa dunque anche l'età in cui i minori compiono il primo reato. Come mai?
«Sempre più under 14, e quindi minori non imputabili, commettono reati.

Si tratta soprattutto di crimini sessuali, ma non solo. Sono spesso ragazzini e ragazzine 13enni sia le vittime che gli autori di queste condotte. Comportamenti posti in essere come gruppo e anche online. C'è un deficit di maturità, di mancanza di formazione, di dialogo e di educazione alla legalità. Manca la capacità di discernere cosa fa bene e cosa fa male, oltre ad una scarsa educazione all'affettività e alla sessualità, e un disinteresse evidente per la cultura. Alla base, però, ci sono soprattutto i cattivi esempi che provengono dalle famiglie».

Quanto stanno incidendo la pandemia e l'isolamento in questa recrudescenza del disagio giovanile?
«La pandemia e quindi la necessità della didattica a distanza hanno aumentato di molto la dispersione scolastica, aggravando le condizioni di solitudine. Come Procura dei minori stiamo avviando una verifica sugli effetti del lockdown e della dad: stiamo perdendo molti ragazzi per strada, i livelli di abbandono stanno crescendo. Stiamo avviando questo focus sul territorio con l'auspicio che si torni presto alla normalità. I ragazzi purtroppo fanno difficoltà a relazionarsi e sono aumentati anche i casi di autolesionismo. Come sono aumentate anche le chiamate al 114, numero di emergenza infanzia, con le richieste di aiuto. Capita di rimanere al telefono per ore con ragazze che si chiudono in bagno perché vogliono togliersi la vita. È uno spaccato davvero preoccupante».


La scuola gioca un ruolo decisivo. Cosa si può fare?
«Sono dalla parte della scuola perché svolge una missione fondamentale. Per l'atteggiamento soprattutto dei genitori manca un'alleanza educativa tra scuola e famiglie. I genitori fanno ormai la guerra ai professori sol perché fanno notare alle famiglie comportamenti impropri e disdicevoli compiuti in aula dai figli. Bisogna ricominciare daccapo, azzerare tutto e ripartire dalle fondamenta. Se scuola e famiglie viaggiano sullo stesso binario, i risultati ci saranno, altrimenti la strada è sempre più in salita».


Quanto è importante il dovere educativo, ma anche di denuncia da parte della scuola?
«Docenti e dirigenti scolastici devono essere sentinelle e ricordarsi che sono pubblici ufficiali. Non devono far finta di nulla e non devono fare i pm. Semplicemente devono segnalare sempre e comunque».

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