Contratto di sviluppo: progetti e fondi per il litorale di Lecce e Brindisi. E i balneari scrivono al ministro Carfagna

Contratto di sviluppo: progetti e fondi per il litorale di Lecce e Brindisi. E i balneari scrivono al ministro Carfagna
di Francesca SOZZO
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:59

Cis, si cambia. La progettazione passa dalle aree urbane al litorale con un unico obiettivo: recuperare uno dei litorali più belli d'Italia. Se n'è discusso questa mattina intorno al tavolo istituzionale alla presenza del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e le amministrazioni di Lecce e Brindisi, i due Comuni interssati dal Cis, il Contratti istituzionale di sviluppo. Intanti i balneari salentini scrivono al ministro chiedendo mezzi e norme snelle per la manutenzione delle spiagge in modo che si possa tutelare il territorio con interventi che possano rimettere in salute le spiagge salentine colpite dall'erosione costiera. 

Il tavolo tecnico alla presenza del ministro 

Il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna ha presieduto il tavolo del Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis) dell'area Lecce-Brindisi, con la partecipazione di sindaci e amministratori dell'area, sindacati, associazioni ambientaliste e di categoria fra le quali Confindustria e Confcommercio.

Il ministro ha confermato la definizione di un nuovo profilo per gli interventi del Contratto, che interessa 22 Comuni del litorale adriatico e coinvolge le competenze di 6 ministeri: «Abbiamo spostato il focus delle progettazioni - ha detto - dalle aree urbane verso il litorale per costruire un vero e proprio» Cis della Costa. «Uno strumento per valorizzare e recuperare uno dei litorali più belli d'Italia e più apprezzati anche nel mondo». L'indicazione è stata accolta con largo consenso sia dagli amministratori sia dai rappresentanti delle organizzazioni più sensibili al tema dello sviluppo sostenibile, e cioè associazioni ambientaliste e imprese.

La road map del Cis

Il ministro ha rassicurato le amministrazioni sui tempi di definizione del contratto: entro il 24 gennaio è previsto l'invio dei format con le proposte di intervento; entro il 10 marzo la trasmissione delle relative schede e l'apertura della fase d'istruttoria di Agenzia per la Coesione e Invitalia; entro il 10 maggio l'avvio del confronto con le singole amministrazioni; entro fine maggio, infine, ci sarà un nuovo tavolo per definire il set di interventi, stabilire il quantum finanziario del Cis e sottoscrivere formalmente l'accordo. «I quasi duecento chilometri di costa interessati dal Cis - ha concluso il ministro - rappresentano un'area di enorme valore. La nostra attenzione si concentrerà sui progetti finalizzati a riqualificarla e renderla più collegata e attrattiva: vogliamo definire un paradiso ambientale e paesaggistico finalmente fruibile e attrezzato, con vantaggio dei Comuni costieri e di una proposta turistica sostenibile e rispettosa dei valori del territorio».

Ulteriori informazioni sul Cis Lecce-Brindisi sono reperibili al seguente link https://www.ministroperilsud.gov.it/it/comunicazione/notizie/pre -tavolo-cis-brindisi-lecce-costa-adriatica/.

Le richieste dei balneari

Intanto i balneari hanno fatto sentire la loro voce.

E nel pomeriggio, a seguito del tavolo tecnico sul Cis, hanno inviato una lettera al ministro Carfagna. Una sorta di sos perché si possa intervenire in meniera rapida e snella sulle proprie spiagge per lungo tempo lasciate senza alcuna manutenzione e che rischiano di "sparire" a causa del fenomeno erosivo.

«Le richieste sono rappresentative di un storico ingessamento normativo per ogni azione di prevenzione e tutela della costa - scrino all'unisono Federazione Imprese demaniali, Sib, Confartigianato, Cna Balneatori e Fiba - . Questo ha prodotto un grave stato di arretramento delle spiagge del Salento e di uno storico ed oramai frequente fenomeno di crolli di falesia».

I balneari dunque chiedono  che venga semplificata la normativa in materia di ripristino, dragaggio, difesa delle spiagge, in forte arretramento a causa dell’erosione costiera. Chiedono che venga supportato l’intervento di manutenzione delle spiagge al fine di responsabilizzare anche i Concessionari demaniali marittimi al mantenimento dello stato di salute della spiaggia così come ricevuta in concessione.

Per tutelare le spiagge sarebbe necessario dotare i concessionari di una draga, ovvero una imbarcazione che preleva dal mare la sabbia "ingoiata" dalle mareggiate dalla spiaggia emersa e che possa essere messa a disposizione per raggruppamenti di Comuni costieri. Un esempio: nel Salento una draga potrebbe trovare posto nel porto di San Foca ed essere utilizzata dai Comuni di Lecce, Vernole, Melendugno e Otranto. E un'altra a disposizione del litorale ionico che serva a Gallipoli, Ugento, Porto Cesareo. Questo consentirebbe l'applicazione di progettualità sperimentate ed andate a buon fine in altre realtà italiane (sabbiodotto, barriere ecosostenibili naturali soffolte).

Ma le richieste non finiscono qui: chiedono il coinvolgimento dell’ Università del Salento, Dipartimento di ingegneria costiera a supporto delle Amministrazioni Regionali e Comunali e infine la possibilità di prevedere una quota del canone concessorio demaniale da destinare proprio alla manutenzione delle spiagge. Non ultimo, l'incremento di risorse verso i Comuni rivieraschi per azioni di manutenzione della costa. 

Solo in questo modo, spiegano, si può tutelare un patrimonio importante per l'intero territorio. 

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