E Chiodo insiste: «C’è un’epidemia influenzale e parainfluenzale che può portare anche a esiti preoccupanti e per questo serve un mansionario per medici e utenti. Noi, medici di medicina generale, dobbiamo sapere come affrontare questa situazione e per questo ho chiesto che sia fatta una riunione a livello regionale e un incontro con un infettivologo, ma non si fa nulla. La popolazione va orientata sulle scelte terapeutiche di prevenzione e va rassicurata sui sintomi in modo che possa distinguere l’influenza da qualcosa di diverso». E poi la critica: «Non sappiamo quale vaccino contro la meningite sia disponibile in Puglia e come indirizzare gli assistiti che vogliono vaccinarsi. Basti pensare che per i vaccini antinfluenzali la Asl ha fornito poco tetravalente, quello che è maggiormente somministrato e molto Fluad per gli over 65, che ha un utilizzo minore.
Sembrano piccole cose, ma bisogna spendere i soldi per acquistare quello che serve».E poi Chiodo racconta le tante preoccupazioni degli assistiti: chi vuole sapere se, non avendo la milza, debba vaccinarsi contro il meningococco; chi si domanda se lavorando a contatto di molte persone aumenti il rischio di contagio e quindi sia consigliata la vaccinazione; se è il caso di vaccinare i bambini. Questi e tanti altri i dubbi a cui Chiodo risponde con un «non esiste un’epidemia allarmante, il ministero della Salute ha chiarito che non c’è alcuna situazione epidemica».
Intanto Sanguedolce e i direttori competenti hanno diramato una disposizione indirizzata ai referenti dei Servizi Igiene, ai responsabili dei Centri Medicina dei viaggiatori, al dirigente Ufficio Vaccinazioni di Lecce, al responsabile aziendale Cure primarie e al responsabile Cure primarie pediatriche. «Allo stato attuale – si precisa nel documento – non sono stati registrati casi di meningite meningococcica nella provincia di Lecce, e pertanto dal punto di vista epidemiologico è del tutto ingiustificato l’allarme nella popolazione che ha generato un eccesso di richiesta di vaccinazione anche a pagamento». La Asl ha sollecitato i responsabili delle cure primarie a «collaborare al fine di favorire la corretta informazione sulla situazione epidemiologica e stemperare il clima di allarmismo generatosi ingiustificatamente». E per gli over 65 il provvedimento precisa: «Considerato che si è registrata una eccessiva richiesta di vaccinazioni antimeningococcica da parte di over 65 e rilevato che, per tali soggetti, le forme invasive da pneumococco (compresa la meningite) rappresentano il rischio maggiore, si evidenzia la necessità di rinforzare l’informazione e la proposta attiva a tali soggetti della vaccinazione antipneumococcica».