Lecce, sesso e favori per il magistrato: in appello la condanna dell'ex pm passa da 9 a 10 anni

L'ex pm Emilio Arnesano
L'ex pm Emilio Arnesano
di Erasmo Marinazzo
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 17:53

Dieci anni di reclusione la condanna inflitta in appello all’ex pubblico ministero della Procura di Lecce, Emilio Arnesano, 64 anni, di Carmiano, nel processo che gli contesta la corruzione in atti giudiziari per avere svenduto - questa l’accusa avallata ora da due gradi di giudizio - la sua funzione in cambio di prestazioni sessuali, come anche di battute di caccia al daino e per l’acquisto di una barca usata a prezzo agevolato.

Viagra

I giudici della Corte d’Appello di Potenza (presidente Pasquale Materi) hanno accolto la richiesta della procuratrice generale Laura Triassi ritenendo sussistente anche l’accusa di essersi fornito di Viagra da un medico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce in cambio dell’interessamento del procedimento giudiziario a carico di un suo amico. Accusa, quest’ultima, che aveva visto assolto l’ex magistrato nel processo di primo grado andato a sentenza il 23 gennaio dell’anno scorso con la condanna a 9 anni di reclusione inflitta dal collegio B del Tribunale di Potenza (presidente Federico Sergi). L’appello ha confermata invece la condanna ad 1 anno e 4 mesi per l’avvocatessa Manuela Carbone, 37 anni, di Matino. Tre mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza e gli avvocati Luigi Covella, Luigi Corvaglia (per Arnesano) ed Antonio Savoia (per la Carbone) valuteranno l’opportunità di presentare ricorso in Cassazione.

Medico indagato

Intanto la sentenza del primo pomeriggio di ieri ha dato atto ancora una volta della fondatezza dell’inchiesta della Procura di Potenza che il 6 dicembre del 2018 vide i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanzieri del comando provinciale di Lecce eseguire sette misure cautelari, una riguardò Arnesano. Di pochi mesi prima i fatti riguardanti il capo di imputazione che ha comportato l’aumento di un anno nel computo finale della pena: fra settembre e novembre del 2018 Arnesano avrebbe ricevuto alcune scatole di Viagra da un medico (raggiunto nelle scorse settimane dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura di Potenza) per essersi interessato - ha sostenuto l’accusa che non ha trovato riscontro nel processo di primo grado ed è stata ritenuta fondata in Appello - del caso di una persona vicina al medico.

In che modo? Facendosi assegnare il fascicolo in cui quell’indagato rispondeva di lesioni personali per chiedere poi il non luogo a procedere al giudice per l’udienza preliminare, diversamente dall’istanza di rinvio a giudizio presentata in precedenza dal collega titolare di quel fascicolo.

La Asl

Confermato per il resto l’impianto accusatorio della condanna in primo grado, incentrato su episodi di corruzione in atti giudiziari nei rapporti con funzionari della Asl e con alcune avvocatesse. A cominciare dalle due battute di caccia al daino in Basilicata, organizzata dal medico Carlo Siciliano (5 anni in primo grado nel processo parallelo con il rito abbreviato, pende l’appello) perché l’allora magistrato chiedesse l’assoluzione dell’ex direttore generale della Asl di Lecce, Ottavio Narracci (3 anni ed 8 mesi in primo grado, in attesa dell’appello), nel processo in cui rispondeva di peculato per l’uso dell’auto blu (processo in cui fu assolto). Ed anche per disporre il dissequestro della piscina abusiva che aveva fatto costruire nella sua villa di Gallipoli il medico Giorgio Trianni (patteggiò la pena ad 1 anno e 10 mesi). In questo sistema di dare ed avere Arnesano avrebbe anche usufruito dello sconto di 17mila euro della barca cabinata di circa dieci metri comprata da Siciliano.

Le avvocatesse

E ancora: fondata è stata ritenuta l’accusa che l’ex pm si interessò del procedimento disciplinare a carico dell’avvocatessa Emanuela Carbone per averne come beneficio la promessa di un incontro a sfondo sessuale rinviato poi dalla diretta interessata. Stesso orientamento dei giudici d’Appello per il rapporto che l’ex magistrato avrebbe intrattenuto con l’avvocatessa B. M. (ha patteggiato 2 anni ed 8 mesi): rapporti sessuali per l’interessamento favorevole a tre procedimenti della legale. Infine la sentenza di ieri ha confermata sia l’episodio di corruzione riguardante l’assunzione di un parente del magistrato in cambio della sua disponibilità in ambito giudiziario alle richieste del dottore Siciliano e di altri dirigenti della Asl, che i due casi di rivelazione del segreto d’ufficio: due inchieste in corso illustrate da Arnesano alla presenza dell’avvocatessa Carbone. Nella sua stanza al terzo piano della Procura di Lecce, dove erano state piazzate le microspie.

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