Anfiteatro, la Soprintendenza apre: «Confronto sugli scavi con il Comune e gli altri uffici»

Anfiteatro, la Soprintendenza apre: «Confronto sugli scavi con il Comune e gli altri uffici»
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 05:00

Una questione «assai complessa» che necessita «di attente valutazioni» da effettuare anche attraverso un confronto, «a partire dagli altri uffici ministeriali e dalla città di Lecce». È l’architetto Francesca Riccio, a capo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce a rispondere all’invito della Direzione regionale Musei Puglia di avviare un tavolo interistituzionale per ragionare sull’ipotesi di ampliamento degli scavi dell’Anfiteatro romano. Da qualche giorno, infatti, il futuro di piazza Sant’Oronzo è al centro di un dibattito intenso tra studiosi e intellettuali. E dopo le proposte autorevoli dei ricercatori arrivano le prime risposte da parte degli organi del Ministero della Cultura. L’occasione per avviare una riflessione sul sito archeologico arriva dai lavori in corso su via Alvino legati alla mitigazione del rischio idrogeologico. Un progetto che prevede la riqualificazione di infrastrutture stradali nei pressi dell’Anfiteatro romano, uno dei simboli della città che da sempre incuriosisce e affascina cittadini e turisti proprio per la sua storia a tratti “misteriosa”. Ad oggi, infatti, è possibile ammirare solo un terzo del monumento, scoperto nei primi anni del ‘900 durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia (le opere di scavo si protrassero sino al 1940). Il resto del bene è ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia.

La proposta di D'Andria: «Riportiamo alla luce un altro pezzo di storia»

A lanciare la proposta di riportare a galla un altro pezzo di anfiteatro è stato l’archeologo classico Francesco D’Andria: «Gli attuali lavori di sistemazione dei basoli possono essere un’occasione importante per rivedere l’impostazione architettonica del cuore storico di Lecce».

Ad oggi - è bene ricordare - i fondi del cantiere in corso sono destinati per la mitigazione del rischio idrogeologico e non potrebbero essere destinati su un intervento diverso. Eppure la sola ipotesi di “riscoprire” le parti nascoste ha animato il dibattito sui social, tra i cittadini favorevoli e contrari all’intervento. Per D’Andria, professore emerito dell’Università del Salento e scopritore della struttura “gemella” di Rudiae, i tempi «sono maturi per ragionare sulla possibilità di avviare un ripensamento e un migliore adattamento dell’Anfiteatro per la fruizione dei tesori che sono conservati nel sottosuolo. Certo non si possono fare grandi esplorazioni, però si potrebbe realizzare uno scavo stratigrafico per mettere in luce le fasi medievali dell’anfiteatro». 

Il primo "sì" dalla Direzione Musei di Puglia: «Si convochi un tavolo»

Il primo Ente a rispondere alla proposta dell’archeologo è stata la Direzione regionale Musei Puglia, l’organo del Ministero della Cultura che gestisce la valorizzazione dell’Anfiteatro e del Teatro romano. Il direttore Luca Mercuri ha definito la proposta di «grande fascino e interesse» ma allo stesso tempo «complessa e articolata» in quanto si andrebbe ad avviare uno scavo estensivo in un punto nodale della città. Una operazione che «richiede il coinvolgimento di enti diversi, primi tra tutti la Soprintendenza competente e il Comune di Lecce». Per questo la Direzione Musei Puglia ha lanciato l’idea di un tavolo interistituzionale per discutere della proposta che avrebbe una «grande rilevanza scientifica, con la conseguenza che ne trarrebbe vantaggio sia l’aspetto della fruizione del luogo che la conoscenza scientifica dell’antica Lecce». Un confronto tra più parti quindi. E che vedrà la partecipazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce: «Sul tema, la Soprintendenza ha evidenziato le peculiarità di piazza Sant’Oronzo il cui carattere identitario è quello di un contesto unico, configurato da una ricchissima stratificazione storica – sottolinea l’architetto Riccio -. Si tratta di un complesso di testimonianze di altissima valenza storico-artistica che si sono succedute con continuità, dall’età antica a tempi più recenti. Qualsiasi intervento in questo contesto si presenta come questione assai complessa che necessita di attente valutazioni da effettuare in sede istituzionale, anche attraverso il confronto con gli altri soggetti coinvolti sul territorio, a partire dagli altri uffici ministeriali e dalla città di Lecce».

Gli scavi in via Alvino

Riguardo invece gli scavi in corso in via Alvino, la soprintendente fa sapere «che i lavori in corso riguardano perlopiù strati di riempimento e innalzamento per cui non si prevede che le quote interferiscano con le strutture dell’Anfiteatro. Ad ogni modo, come sempre prescritto in caso di interventi in contesti archeologici, le opere si svolgono sotto stretta sorveglianza archeologica - conclude Francesca Riccio -. La Soprintendenza, naturalmente, ne segue costantemente l’evoluzione, pronta ad intervenire in caso emergano evidenze da tutelare».
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