Le Sardine e la contro-piazza tra ulivi, no e domande

Le Sardine e la contro-piazza tra ulivi, no e domande
di Stefano MARTELLA
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 20:15
Comincia a piovere quando le note della Bandadriatica risuonano per le vie di Squinzano, per poi confluire in piazza Plebiscito, dove ieri sera si è concentrato il popolo delle Sardine e degli antagonisti di Matteo Salvini che, nel frattempo, teneva un incontro nella Cooperativa agricola del paese. Nonostante il tempo non sia stato clemente, la piazza in fondo c'era. A Squinzano, paese di 13mila anime del nord Salento, non capita tutti i giorni di assistere a un contrasto di emozioni come quello che gli abitanti hanno osservato ieri. Ancora una volta, come successo a Lecce in occasione del comizio di Salvini, si è materializzata la spaccatura.

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Salvini in un capannone, gli oppositori in piazza. Intorno, un paese militarizzato. Perché per quanto uno dei leader nazionali del movimento, Mattia Santori, presente ieri sera, affermi che «non ci siano intenzioni bellicose ma una impostazione pacifica della manifestazione», la tensione si respirava, il solco nella popolazione si era aperto. Sui muri sfilavano manifesti che inneggiavano al leader leghista accanto a quelli che ricordavano venticinque anni di insulti al Sud.

In piazza Plebiscito il sentimento di festa accompagnava una consapevolezza, sintetizzata sempre da Santori: «Come successo in Emilia Romagna, siamo qui per porre un argine a questa ondata populista. Lo desiderano molti pugliesi. In Emilia Romagna è andata come non si aspettava Salvini e probabilmente come non si aspettava nessuno. Non siamo qui per dare lezioni ma per dire che saranno due mesi duri, perché quando il populismo arriva nel tuo territorio bisogna scendere in piazza, rimettere al centro del dibattito le tematiche di cui gli abitanti di questa terra sono padroni». Ma quando si sono toccati gli argomenti caldi del territorio, i temi più spinosi, Ilva e Tap in primis, Santori non si è scomposto. Pur confessando all'interno del movimento non c'è uniformità di pensiero al riguardo. «Non c'è una posizione del movimento su questi temi. I movimenti sociali non prendono posizione su temi specifici a meno che non ci sia unanimità. Ma questi argomenti non li abbiamo neanche mai discussi nello specifico».
La piazza, intanto, inizia ad affollarsi, c'è il mondo dell'associazionismo, come quello rappresentato da Arci. Ci sono giovani e anziani. Tutti sbandierano, oltre alle immancabili sardine di carta, i ramoscelli di ulivo. Il simbolo di questa terra. Nella sede della Società Operaia, di fronte la piazza, un gruppo di anziani osserva lo sciame di manifestanti. Anche tra di loro il dibattito è accesso, concentrato su un caposaldo: «Salvini ci ha insultato per una vita. Non c'è peggior traditore del terrone leghista». Sul palco si alternano gli interventi e le testimonianze, la piazza salentina conclude il tour di giornata, idealmente partito da Napoli.
Mentre, intorno a Santori, le domande iniziano a essere più insidiose. La campagna elettorale è iniziata e si chiede conto del posizionamento delle sardine, che in Emilia Romagna hanno dato un grande contributo alla vittoria di Bonaccini. Anche qui Santori glissa: «Bisogna chiedere ai pugliesi cosa pensano dell'imminente campagna elettorale. Ormai queste competizioni, come abbiamo visto in Umbria, in Calabria e in Emilia Romagna, non partono da un contenuto politico ma da uno sciacallaggio su tematiche sociali e ambientali, che non c'entrano niente con la politica».
Le sardine proporranno una loro lista, appoggeranno Michele Emiliano, piuttosto che Italia Viva? Su questa domanda Santori è più esplicito e abbozza una preferenza per Michele Emiliano. «Noi non abbiamo mai sostenuto candidati perché guardiamo i programmi e guardiamo, soprattutto, le coalizioni. Non ci interessa il nome ma il contenuto politico. Noi abbiamo sempre detto che, sapendo bene chi è il nostro nemico, vorremmo capire qual è l'approdo verso cui correre. Credo che in Puglia questo approdo ci sia. La coalizione va costruita ma avere un candidato eletto dalle primarie mi sembra un buon punto. Dispiace che chi ha perso le primarie si isoli e faccia una propria lista. D'altro canto, Emiliano ha una storia amministrativa che può essere valutata e questo mi sembra già un buon punto di partenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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