Lavoro nero, blitz a Lecce e provincia: boom di denunce
Titolare di 11 società percepiva il reddito di cittadinanza

Lavoro nero, blitz a Lecce e provincia: boom di denunce Titolare di 11 società percepiva il reddito di cittadinanza
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Venerdì 6 Marzo 2020, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 13:28
Nuova ondata di lavoratori in nero scoperti nel Salento, dove i Carabinieri hanno eseguito un totale di 89 ispezioni ed esaminato 184 posizioni lavorative, riferite ad altrettanti dipendenti.

Di queste, 43 sono risultate essere quelle in nero mentre, mentre, per quel che riguarda le altre, sono in corso gli accertamenti del caso, al fine di verificare eventuali violazioni di legge ed elusioni contrattuali.

Le irregolarità hanno riguardato trasversalmente tutti i settori merceologici interessati dai controlli: dall’edilizia alla produzione di capi di abbigliamento, alle case di cura e riabilitazione, pub, sale giochi, allevamenti di animali da reddito e ittici, per finire con il comparto della panificazione.
Le ispezioni sono state eseguite a Lecce e nei comuni di Casarano, Parabita, Maglie, Guagnano, Melpignano, Tricase, Salice Salentino, Poggiardo, Castro, Casarano, Gallipoli, Campi Salentina, Porto Cesareo e Squinzano.

Sono state elevate complessivamente 62 sanzioni amministrative per un totale di 200.646,00 euro, relative alla cosiddetta maxi sanzione per lavoro nero, alla tenuta irregolare del libro unico del lavoro, alla mancata consegna del contratto di lavoro e ad altre norme violate.
Sono state anche segnalate all’Autorità Giudiziaria 42 persone che a vario titolo hanno violato le disposizioni di legge sulla sicurezza. Sono 36 le prescrizioni penali e le diffide impartite dai militari ai sensi delle disposizioni di legge vigenti e da quelle contemplate nel suddetto testo unico e sono state contestate ammende pari a 160 mila euro.

Le principali violazioni hanno riguardato i datori di lavoro edili per mancata protezione delle postazioni dal rischio di cadute dall’alto, l’omessa sorveglianza sanitaria, formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, ma anche alcuni committenti dei lavori che si erano affidati a ditte non in regola con gli adempimenti previdenziali o addirittura sconosciute alla pubblica amministrazione, in quanto operanti del tutto in nero.

Inoltre 18 persone sono state denunciate per il reato di truffa nei confronti dell’Inps e una invece è stata denunciata per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza pari 790 euro mensili mentre era legale rappresentante di 11 società e percepiva a titolo di compenso in nero 1.800 euro al mese. Ma anche ad altre 8 persone sono state bloccate le indennità del Reddito di cittadinanza perché è risultato che queste avessero iniziato a lavorare in nero da almeno entro i 30 giorni.
Per 11 aziende è scattata la sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di lavoratori in nero in misura superiore al 20% di quello occupato, con un’ulteriore sanzione di 1.500,00 euro che ogni datore di lavoro ha dovuto pagare per poter riprendere l’attività imprenditoriale. Sono stati recuperati alle casse dell’Inps 300 euro di contributi evasi.

I datori di lavoro sanzionati sono stati inoltre segnalati agli enti previdenziali e assistenziali e anche all’Agenzia delle Entrate per quanto di competenza, in merito agli illeciti fiscali e tributari che scaturiscono dal pagamento in nero delle retribuzioni ai lavoratori irregolari.
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