Sette morti in quattro mesi e centinaia di infortuni: «Fermiamo le stragi sul lavoro». Lettera dei sindacati al prefetto

Sette morti in quattro mesi e centinaia di infortuni: «Fermiamo le stragi sul lavoro». Lettera dei sindacati al prefetto
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 29 Maggio 2021, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 11:30

Più infortuni e morti sul lavoro rispetto a un anno fa. La ripresa delle attività sta lasciando il segno, anche nel Salento. Funesti i primi quattro mesi di questo 2021. Altre famiglie dilaniate urlano il proprio dolore, mentre i sindacati pressano il governo affinchè scenda in trincea e si esponga con responsabilità.
Sperare negli effetti della rinnovata interlocuzione tra istituzioni e parti sociali è lecito. Ma il cambiamento può avvenire subito, anche nelle abitudini dei datori di lavoro e in quelle dei lavoratori. La voce dei sindacati fa da cassa di risonanza a tale bisogno. Qualche giorno fa è partita in tutta Italia una mobilitazione che culminerà a fine mese intrecciando, a quello della sicurezza, gli scottanti e non slegati temi della proroga dei licenziamenti, delle semplificazioni per gli appalti e delle crisi industriali.

 

Il documento


«Fermare la lunga scia di sangue nei luoghi di lavoro, la strage silenziosa di lavoratrici e lavoratori nelle fabbriche, nei cantieri edili, nelle aziende tessili e nell'agricoltura»: così si legge sul documento consegnato ieri dai segretari di Cgil, Cisl e Uil Lecce - rispettivamente Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto - al prefetto Maria Rosa Trio durante il sit-in svoltosi ieri in via XXV luglio. Ciò che i sindacati propongono è una «strategia da attivare subito e da finanziare con le risorse del Pnrr e con i fondi per la coesione europei e nazionali: «Una strategia condizionata alle piene garanzie di lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro assieme alla regolarità contrattuale e alla legalità».
Sette i punti condivisi con il prefetto Trio: qualificazione delle imprese, contrattazione nazionale e decentrata, formazione, rappresentanza, ispezioni sul lavoro, innovazione e ammodernamento di tecnologie (e dpi) e scuola.

A livello nazionale è stata già chiesta l'attivazione di una cabina di regia permanente alla presidenza del Consiglio dei ministri tra Governo e parti sociali per monitorare il contesto e studiare azioni mirate. Non c'è tempo da perdere. Utilizzando la modalità adottata dal Governo per il Covid, l'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre ha suddiviso l'Italia in colori per rilevare l'intensità del rischio di morte sul lavoro.

La media


E la Puglia - come altre 5 regioni - è in zona rossa, con un'incidenza maggiore di 1,25 rispetto alla media nazionale (11,3). I numeri - quelli ricavabili dai database Inail - descrivono, infatti, un inizio d'anno shock. Partiamo dalle denunce d'infortunio: ad aprile 2021 se ne contano nel Salento 118 in più rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il doppio, praticamente. Ma lo stesso indice esprime incremento anche su base quadrimestrale: tra gennaio-aprile 2021 si contano 179 denunce di infortunio in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (si passa da 1.082 a 1.261). Di queste ad aprile 2021 una ha avuto esito mortale, mentre nessun decesso si era verificato nell'aprile 2020, complice anche, forse, l'interruzione parziale di alcune attività. Di incidenti mortali se ne contanno 4 tra gennaio e aprile 2020: quasi la metà di quanti se ne sono già verificati tra gennaio e aprile 2021 in soli quattro mesi: in tutto 7, più di un quarto della quota regionale (24). Solo a Bari, nei primi quattro mesi dell'anno, ci sono state più morti bianche (11).


Analoga è la tendenza per gli infortuni: Salento secondo in Puglia dopo la provincia di Bari. Non c'è che augurarsi l'inversione di tendenza: se il trend dei decessi si confermasse nei prossimi tre quadrimestri produrrebbe il peggior record sicuramente degli ultimi 6 anni. Quanto agli infortuni, la tendenza è invece leggermente più contenuta rispetto al periodo compreso tra il 2015 e il 2019. In tutti i casi, le costruzioni rappresentano il settore più rischioso per i lavoratori. Ma, come detto, anche il Covid ha fatto la sua parte facendo schizzare come non mai la sanità in cima alla classifica dei settori più insidiosi. Delle 7 morti bianche registrate nei primi quattro mesi dell'anno nel Salento, 5 sono infatti riconducibili a personale sanitario. E tanto vale per 576 dei 1.261 infortuni registrati.
Tra marzo e aprile 2021 la provincia di Lecce si è distinta in Puglia proprio per maggiore intensità di denunce di infortunio sul lavoro per Covid. Tipologia che dal gennaio 2020 all'aprile 2021 ha reso al Salento una quota del 9% di quella regionale, la più bassa in Puglia, sebbene la provincia di Lecce conti tra i suoi lavoratori più decessi di quanti non se ne siano verificati nelle province di Brindisi e Bat.

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