«La sfida? Immaginare la costa come “quartiere benessere”»

Stefania Mandurino
Stefania Mandurino
di Paola ANCORA
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Venerdì 11 Novembre 2016, 16:53
Una carriera spesa nel e per il turismo. Stefania Mandurino, rappresentante di Federturismo e manager di Eliostour, ha una idea chiara di quello che il litorale leccese potrebbe e dovrebbe diventare.
Che idea ha dello stato attuale delle marine?
Il mare è una straordinaria potenzialità per la città, che è d’arte e di mare. Potenzialità in gran parte da sviluppare non solo lungo la fascia costiera, ma anche in quel grande spazio fra la città e le marine, quel giardino che è proprio una cerniera fra i due centri urbani e che andrebbe sfruttato».
Quali ritiene siano i problemi da risolvere subito?
«L’abusivismo. A Frigole si parla di un “lungomuro”, anziché di un lungomare, perché il blu non si vede tanto è il cemento. Problema conosciuto anche da Torre Chianca e Spiaggiabella. E poi è necessario un piano commerciale per San Cataldo, sbloccare quella concessione alberghiera sul lungomare Vespucci (il progetto dell’imprenditore Maurizio Guagnano ndr), perché una struttura ricettivo-alberghiera è leva strategica importante».
La nominano consulente del Comune: quali progetti promuoverebbe per rilanciare le marine?
«Ce ne sono tanti. Manca un waterfront per i 21 chilometri di costa, un piano commerciale per la fruizione di un’area che dovrebbe diventare un’area benessere, con piste ciclabili, parchi da mettere a valore. Un “quartiere” della città dove fare sport, sfruttare una serie di servizi per bambini e altre opportunità che inevitabilmente aiutano lo sviluppo turistico. E poi penserei a organizzare degli eventi: a parte qualche manifestazione sportiva, si fa molto poco. Basterebbe ispirarsi ai criteri per i quali i Comuni costieri diventano Bandiera Blu o conquistano le Cinque Vele».
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