La poesia di strada sui muri: «Così cambiamo le periferie»

I muri della scuola Dante Alighieri, nel quartiere San Pio di Lecce
I muri della scuola Dante Alighieri, nel quartiere San Pio di Lecce
di Ennio CIOTTA
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Sabato 10 Settembre 2016, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 18:41

La pioggia incessante di questi giorni non ferma la quarta edizione del Festival Internazionale della Poesia di Strada che si svolgerà fino a domani al quartiere San Pio di Lecce. Un festival itinerante dal carattere cosmopolita che, dopo il successo delle prime tre edizioni a Roma, Genova e Milano, sbarca direttamente nella periferia leccese per riqualificare, grazie all'opera degli artisti provenienti da tutta l'Italia e non solo, un quartiere dal chiaro carattere internazionale dove stranieri, studenti fuori sede e leccesi convivono in piena armonia.
Il quartier generale è Parco Corvaglia, crocevia di passaggio e meltin pot periferico a due passi dal centro della città. La poesia di strada, forma artistica legata a doppio nodo alla street art ed al concetto di riqualificazione urbana (cioè la volontà di voler spiegare praticamente il concetto di bene comune grazie all'opera di artisti nelle periferie delle città) utilizza i muri come fossero fogli di carta, regalando poesie e pensieri alle città. Una doppia forma di bellezza legata al segno ed al valore semantico delle frasi. Stupirsi con il bello. È questo uno dei pensieri di Frank Lucignolo, artista salentino coinvolto nel progetto: «La gente si sta abituando all'idea che la periferia possa abbellirsi grazie al nostro lavoro artistico. Un tempo eravamo guardati con sospetto e la gente non apprezzava. Ora molti di noi sono visti come dei veri decoratori. Il lavoro degli artisti rende lo spazio più bello e vivibile il quartiere, siamo circondati da cemento e grigiore, ci vogliono più iniziative del genere».

 
Intorno agli artisti in questi giorni gira la curiosità di un quartiere intero. C'è chi si ferma incuriosito dai disegni che prendono forma, chi offre il proprio aiuto soprattutto per arginare il disagio recato dalla pioggia, chi racconta la propria storia di integrazione nel quartiere. Davide, appartenente al gruppo “Poesia d'Assalto” e tra i promotori del festival, spiega perché una manifestazione del genere si sviluppi in periferia: «Il centro è già pieno di opere artistiche di grande livello che vengono tutelate: viene pulito e salvaguardato continuamente ed in qualche modo si avverte il ruolo di responsabilità dell'amministrazione. In periferia è l'esatto contrario e spesso la responsabilità è legata alla volontà di chi ci abita. Parco Corvaglia viene curato dagli stessi cittadini. San Pio è la base della nostra associazione ed abbiamo iniziato proprio qui a fare un po' di opera di rigenerazione urbana, abbiamo avuto una splendida risposta da parte delle persone che stanno capendo il valore dell'intervento e ci fa piacere perchè Lecce non accoglie spesso manifestazioni di questo tipo».
Un progetto nato dal basso con l'associazione locale Flab Arts dello spazio artistico 167/b street e una manciata di piccoli sponsor. Tutti gli artisti hanno raggiunto il Salento pagandosi il viaggio a proprie spese e, conti alla mano, viene offerto loro vitto, alloggio, vernici e tutte le comodità necessarie. «Questi sono i primi passi - aggiunge Davide - per far capire che l'arte di strada può dar valore alle città, un valore nuovo sotto tutti i punti di vista. Una risposta forte a molti dei progetti culturali nei quali si spendono tanti soldi senza lasciare tracce concrete. Senza polemica, ovviamente».
Giusto un paio di anni fa una maxi rappresentazione del poeta Vittorio Bodini compariva sulla facciata di un palazzo in via Taranto.
Anche quello un progetto nato dal basso dal sapore “condominiale” voluto dal laboratorio Kiio Candles e dall'artista leccese Cheko's Art, da sempre promotore ed agitatore locale. «Lecce è un esempio virtuoso - conclude Davide - perché poeti di strada e street artist collaborano a braccetto, sono queste le meraviglie delle piccole province abituate ad un sano spirito di coesione». San Pio si trasforma in un cantiere letterario a cielo aperto: la sfida è appena cominciata.

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