Tre milioni per le Risonanze: la Finanza bussa alle porte della Asl

Una risonanza magnetica
Una risonanza magnetica
di Maddalena MONGIò
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Venerdì 22 Marzo 2019, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 09:41
Faro sull'iter dei fondi Fesr 2007-2013. Blitz della Guardia di finanza nella direzione generale dell'Asl Lecce in via Miglietta. Poi, la convocazione, presso il comando provinciale, di tre funzionari Asl che hanno avuto ruoli differenti nella gestione dei fondi. Allo scanner l'appropriatezza della spesa e la correttezza degli iter amministrativi.
Sotto la lente delle Fiamme Gialle l'acquisto di due macchinari per la Risonanza magnetica (da 1,5 tesla) costate poco più di 3 milioni. Oltre al riconoscimento di poco meno di 20mila euro per il lavoro svolto nella fase di progettazione e di gara. Si tratta, in realtà, di un investimento di qualche anno fa: il progetto preliminare è stato approvato nel 2012, mentre l'aggiudicazione è del luglio 2013. A quasi due anni di distanza, nel maggio 2015, viene stilato il certificato di avvenuta ultimazione dei lavori (per una delle due risonanze), a ottobre dello stesso anno la stessa certificazione viene emessa per la seconda risonanza. Il 27 ottobre 2015 viene redatto il certificato di collaudo funzionale e servirebbe quello tecnico-amministrativo per chiudere l'iter. In realtà, questo certificato è stato sollecitato al Rup (Responsabile Unico del Procedimento) un paio di settimane fa.
Saranno le indagini a far emergere gli eventuali profili di responsabilità. Per il momento c'è il dato oggettivo di un'indagine avviata dalla Finanza. E non è l'unica.
Un altro filone di indagine - già in corso da tempo - riguarda il primo piano del Centro diurno di Strudà che, nelle intenzioni della Asl di Lecce, avrebbe dovuto ospitare Servizi psichiatrici. Anche in questo caso, come già accaduto per il Poliambulatorio di Martano, la Asl l'ha dichiarato ultimato e con le strutture funzionanti, ma in realtà non lo sono. Anche questo è un investimento inserito nella partita dei fondi Fesr 2007/2013: era prevista la ristrutturazione e l'adeguamento del primo piano di un edificio esistente la cui spesa è stata omologata dall'Asl nel febbraio 2017. Nella delibera viene riportato che la Regione, nell'ambito del disciplinare sottoscritto il 23 dicembre 2009, ha erogato un milione e 167.408 euro, ma al 31 dicembre 2015 l'azienda sanitaria salentina ha rendicontato una spesa di 802mila e 105 euro. La minore spesa viene giustificata come economie di spesa pari a 426mila e 745 euro, ma spesso questa dicitura è una foglia di fico per non dire che in realtà sono stati persi i fondi. La partita dei fondi 2007/2013 ha visto la Asl di Lecce beneficiare di una prima tranche, pari a 23 milioni e 900mila euro, riconosciuta con delibera della giunta regionale numero 1883 del 20 ottobre 2009. Un secondo dotazione ha riguardato i fondi residui Fesr, pari a 4 milioni e 700mila euro, destinati alla Asl salentina con delibera di giunta regionale numero 1789 del 2 agosto 2011. E poi le ultime risorse, 14 milioni e 840mila euro, arrivate con una nota della Regione del maggio 2014 per fondi da spendere tassativamente entro dicembre 2015.
Con la prima trance, quella del 2009, la Asl ha programmato 16 investimenti impegnandosi a completare le procedure entro 90 giorni dalla sottoscrizione del disciplinare (firma che ci sarà solo nel 2011), gara nei successivi 90 giorni, appalto nei successivi 45 e dopo 30 giorni l'avvio delle attività. In sintesi in otto mesi e mezzo doveva essere concluso tutto, ma la pubblica amministrazione è veloce solo sulla carta e la tempistica prevista negli atti ufficiali è solo un libro dei sogni. Sulla carta tutto fila e non ci sono problemi, ora bisognerà vedere a quali conclusioni giungeranno le indagini.
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