L'ora dei conti per 4mila abusivi: sanatoria, riuso o demolizione

L'ora dei conti per 4mila abusivi: sanatoria, riuso o demolizione
di Paola ANCORA
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Sabato 10 Agosto 2019, 08:49
Oltre 4.000 domande di condono sospese nel capoluogo salentino. Cioè oltre 4.000 casi di abusivismo edilizio lungo il litorale e nella fascia compresa fra il mare e la città. Il Comune, con l'assessorato all'Urbanistica, sta esaminando una per una quelle domande, presentate fra il 1985 e il 1994, per stabilire se potranno essere accolte o se, invece, quegli edifici ville e case di ogni tipo costruiti abusivamente quaranta o persino 50 anni fa dovranno trovare una nuova destinazione. O essere demoliti. Si vedrà.

«Come in tutto il Sud Italia ha dichiarato in una recente intervista a Quotidiano, l'assessore all'Urbanistica Rita Miglietta -, anche qui ci sono migliaia di pratiche in itinere. Le stiamo mappando». E questo censimento sistematico, cui l'assessore fa riferimento, era già stato cominciato nel corso della prima Consiliatura targata Salvemini, anche se il problema nella sua portata e delicatezza era venuto a galla già prima, in occasione della discussione del Pug da parte del Consiglio comunale con sindaco Paolo Perrone.

Un passo indietro. Due anni fa questo giornale denunciò che circa 2.500 abitazioni abusive lungo la costa rischiavano l'abbattimento. E che il Comune avrebbe potuto presto essere chiamato a restituire ai cittadini una montagna di denaro e a far fronte a una pioggia interminabile di ricorsi al Tar. Perché? Perché per sanare quelle case, in tutto o in parte abusive, i cittadini avevano aderito anni prima ai condoni edilizi promossi dai Governi, uno nel 1985 e uno nel 1994. L'iter della sanatoria era stato avviato, con il versamento di un acconto previsto a titolo oblazione, ma il Comune non aveva mai concluso le pratiche. E con il varo, nel 2014, del Piano paesaggistico territoriale tematico (Pptr) della Regione Puglia, le maglie perché quell'iter si completasse favorevolmente si sono fortemente ristrette. Ne parlò, per primo, l'allora consigliere di maggioranza Rocco Ciardo, architetto.
In Consiglio, durante una delle discussioni sul Pug, Ciardo evidenziò: «Se è vero che il problema delle abitazioni abusive fronte mare è sorto con l'approvazione del Pptr da parte della Regione, è vero anche che il Comune non ha nemmeno sollevato la questione, pur non essendo riuscito a evadere quelle pratiche per anni e anni».

Era il marzo del 2017. Di più. L'allora assessore regionale all'Urbanistica, Anna Maria Curcuruto, successivamente precisò che «le pratiche di condono sospese sono tali per esclusiva responsabilità dei Comuni: si tratta evidentemente di pratiche che avrebbero dovuto essere rigettate per procedere con le demolizioni e gli enti non se la sono sentita. Ora si dovranno restituire ai cittadini gli oneri di urbanizzazione eventualmente anticipati».
All'epoca, l'ufficio Condoni stimò circa 970 domande di condono per edifici costruiti entro i 300 metri fronte mare, lungo i quali gli strumenti urbanistici attuali prevedono l'inedificabilità assoluta, e altre 2.200 domande di sanatoria per edifici che si trovano al di qua di quel limite massimo. Per il primo gruppo gli uffici stimarono allora circa 500mila euro di oneri di urbanizzazione già anticipati dai cittadini e che rischiano di dover essere restituiti; per il secondo gruppo non è ancora stata fatta una stima. Certamente non è stata resa nota, atteso che il censimento delle domande è ancora in corso e che, oggi, l'assessore Miglietta ritocca nettamente al rialzo la stima del numero complessivo di abusi e relative domande di condono: «Sono oltre 4.000».

Un'enormità che tiene impegnate le risorse dell'ufficio Urbanistica, già risicate, e che dovrà essere affrontata dal Comune, insieme alla Soprintendenza e alle altre autorità preposte (ne parla l'assessore nell'articolo della pagina accanto), prima di procedere al varo del Piano urbanistico generale. Un Piano atteso dalla città e da chi la abita, per riportare l'ordine e il rispetto delle regole, indispensabili a garantire equità di trattamento per tutti i cittadini, nuovi servizi e per tutelare l'ambiente da nuovi, insopportabili abusi.
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