L'intervista/Laricchia: «La Puglia punirà cinque anni di malgoverno. Il vero cambiamento è il Movimento 5 Stelle»

L'intervista/Laricchia: «La Puglia punirà cinque anni di malgoverno. Il vero cambiamento è il Movimento 5 Stelle»
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 15 Settembre 2020, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 08:05

Assicura di non temere il voto disgiunto, anche se è sicura che ci sarà; mentre è più preoccupata di una scarsa affluenza alle urne. «Sarà un turno elettorale imprevedibile, mai come questa volta le Regionali sono una partita aperta». Antonella Laricchia ci crede, d'altronde non avrebbe opposto strenua resistenza alle richieste, arrivate persino dal premier Giuseppe Conte, di fare un passo indietro e lasciare che in Puglia il M5s si alleasse con la coalizione di centrosinistra guidata da Michele Emiliano. «Io per prima non so come andrà a finire, la partita è tutta da giocare, sino alla fine. Quest'ultima settimana sarà decisiva anche per convincere chi magari è ancora indeciso».

Se dovesse vincere Raffaele Fitto, lo sa che verrà accusata di aver consegnato la Puglia al centrodestra dopo 15 anni?
«Emiliano o Fitto sono la faccia della stessa medaglia, il passato e il passato remoto. Spero che i pugliesi scelgano il cambiamento che è rappresentato dal M5s e da me. E spero che in molti si rechino alle urne per votare».
Anche lei come il centrodestra teme la scarsa affluenza?
«La scarsa affluenza è sempre un problema, per ogni democrazia. Non lo dico per il mio risultato personale, ma come principio generale. La partecipazione è necessaria anche per arginare un altro fenomeno malsano».

Quale?
«Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad assunzioni, stabilizzazioni fatte e altre ritirate all'ultimo secondo. E poi sappiamo che c'è una inchiesta su un presunto voto di scambio. Insomma, ci saranno dei voti insani, speriamo in percentuale non elevata. Per abbassare questa percentuale occorre la partecipazione».

Il voto disgiunto, a cui si appella il Pd, invece lo teme?
«Credo che ci sarà, anzi ne sono sicura, ma non lo temo. Per un motivo semplice: molti elettori di centrodestra e di centrosinistra voteranno me perché non si rivedono in Emiliano e in Fitto».

Sta facendo un contro-appello?
«È quanto ho potuto vedere durante le centinaia di incontri che ho fatto in questi mesi, girando in lungo e in largo la Puglia».

C'è stato un momento in cui sembrava che il suo partito stesse per mollarla, è stato il giorno in cui su facebook ha scritto: «Non chiedetemi di abbassare la testa, tagliatemela». Un messaggio chiaro, che non poteva che essere rivolto al Movimento.
«È stata una reazione all'ultimo colpo di coda delle pressioni subite in quelle settimane, una risposta a chi cercò di enfatizzare l'intervista al presidente Conte. L'intervista fu usata dal ministro Boccia per minacciarmi, se non avessi ritirato la mia candidatura, di fare una dura campagna elettorale tesa alla richiesta del voto utile a discapito del Movimento».

I tentativi di alleanza tra Pd e M5S partono da più lontano, perché non ha mai voluto dialogare?
«Il centrosinistra ed Emiliano sono disposti solo a ragionare di poltrone, non avremmo mai potuto allearci con chi ha distrutto la Puglia. Il Pd ha provato ad eliminare l'opportunità di cambiamento che noi proponiamo, ma il Movimento mi ha sempre sostenuto. Anche Di Maio, domenica, ha ribadito che il M5s è sempre stato tutto dalla mia parte, hanno provato ad accerchiarci ma non ci sono riusciti. Hanno provato anche a comprarmi, come fanno sempre, tra le varie proposte ricevute dal cerchio magico di Emiliano anche quella di una candidatura a sindaco di Bari con il loro sostegno».

Il voto pugliese potrebbe avere un risvolto nazionale: pensa anche lei che l'appuntamento elettorale in possa condizionare la stabilità del governo nazionale?
«Assolutamente no, perché il 20 e 21 settembre non si deciderà se la Puglia è di destra o di sinistra o del M5s; se tifa Di Battista, Di Maio, Salvini, Meloni o Zingaretti. I pugliesi decideranno a chi vogliono affidare settori strategici come i centri per l'impiego, la sanità, l'agricoltura dei prossimi 5 anni se alla nuova politica di Antonella Laricchia o alla vecchia politica di Fitto o Emiliano. A livello nazionale serviva l'alleanza, basata su punti programmatici precisi, per poter governare e realizzare riforme portanti per la vita dei cittadini. Le elezioni regionali seguono logiche diverse e per la legge elettorale pugliese il candidato presidente (non la coalizione) che prende anche un solo voto in più ha il premio di maggioranza e può governare in autonomia».

Per la prima volta, il simbolo del Movimento sarà affiancato da quello di una civica, unica alleanza possibile?
«Assolutamente sì. Il cambio di regolamento ci ha dato questa opportunità, credo che sia un esperimento che si possa ripetere anche in futuro. La rete civica, che è sempre stata attiva, ora ci mette anche la faccia. Però, io sulle coalizioni sono convinta che serva una riforma, un intervento legislativo. Vanno regolamentate, penso alle 15 liste della coalizione di Emiliano, indecente. È un chiaro tentativo di aggirare gli elettori, di prenderli in giro. Nomi che si ripetono per garantire l'elezione dei soliti noti».

Parliamo di programma e idee: qual è il progetto a cui tiene di più e che non vede l'ora di realizzare se dovesse vincere?
«La community della formazione per ridurre la disoccupazione in Puglia. Incontri periodici e strutturati tra domanda e offerta di lavoro con il coinvolgimento diretto di Università, pubblica amministrazione, aziende pubbliche e private. Il lavoro c'è ma spesso non c'è comunicazione tra domanda e offerta. E poi occorre un intervento serio sui centri per l'impiego, oggi utilizzati solo per fini elettorali».

Avete lavorato per circa un anno al programma.
«La differenza tra i programmi la fa la credibilità di chi li propone e noi abbiamo lavorato per un anno a un programma che non fosse il libro dei sogni, basato su proposte a breve e medio termine per cambiare la Puglia. Per farlo ci siamo confrontati con gli esperti dei diversi settori e abbiamo chiesto il contributo dei cittadini, che hanno potuto leggere il programma sul sito diviso per temi e inviarci proposte e suggerimenti. Lavoro ed efficientamento dei centri per l'impiego, incentivi per le nuove aziende, potenziamento della sanità territoriale, trasparenza nei bilanci e valutazione periodica dell'operato di assessori e dirigenti regionali per la verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti, innovazione della pubblica amministrazione attraverso le Agenzie regionali che devono monitorare i processi che fanno perdere più tempo ai cittadini e ridurre i tempi dei processi ordinari nei dipartimenti; investimenti per l'intermodalità, per migliorare la sicurezza sulle strade e per la riduzione dei tempi di percorrenza ferroviari; consultazione periodica dei territori; incentivi per un'economia green; spesa dei fondi europei dopo il crimine commesso nei confronti degli agricoltori con il fallimento nella spesa del Psr e istituzione dell'Apulia Food Agency per la promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche nel mondo; creazione del distretto del wedding. Sono questi i punti principali del nostro programma».

Dei cinque anni di legislatura che ormai si sono conclusi cosa boccia dell'azione di governo?
«I settori in cui il governo Emiliano ha fallito sono tanti, ma se devo citarne uno dico sicuramente l'agricoltura. Nei confronti dei nostri agricoltori da Emiliano è stato compiuto il peggior crimine politico. Ma non solo da Emiliano, anche dall'ex assessore Leo Di Gioia, oggi candidato con Fitto. Sono loro gli artefici di questo disastro, dal Psr alla xylella hanno messo in ginocchio un intero settore produttivo. Però mi faccia citare anche la sanità, le liste di attesa sono sotto gli occhi di tutti; e la formazione di cui parlavo prima».

E dei primi cinque anni del M5s in Consiglio regionale cosa le resta?
«Una esperienza brillante, abbiamo portato tante novità, altre purtroppo ce le hanno bloccate. Abbiamo, ad esempio, reso trasparente il bilancio, prima era incomprensibile. Abbiamo obbligato ad attivare lo streaming, abbiamo in generale offerto un servizio di informazione. In poche parole abbiamo reso trasparente il Consiglio, denunciando sprechi».
 

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