Quattro cappelli, è record: il Salento trionfa in cucina

Quattro cappelli, è record: il Salento trionfa in cucina
di Leda CESARI
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Ottobre 2019, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 11:08
Si può dare di più. La Guida dell'Espresso 2020, presentata lunedì mattina a Firenze, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, fotografa come di consueto annualmente la situazione dei ristoranti di Puglia, che quest'anno per la prima volta nella storia - vede Lecce capitale regionale del mangiar bene grazie ai Bros', che si aggiudicano i quattro Cappelli assegnati dalla Guida diretta da Sua Santità Enzo Vizzari (la definizione è di Mary Cacciola e Andrea Lucatello di Radio Capital, che hanno presentato la kermesse).

E non è tutto: Antonio Guida, chef tricasino a capo delle cucine del Seta dell'Hotel Mandarin Oriental di Milano, entra nel club ristrettissimo dei Cinque cappelli, massimo riconoscimento concesso dalla Guida a dieci locali al vertice della ristorazione nazionale.
Soddisfazioni tricolori. Tornando invece alla Puglia, ecco i Bros' a quattro Cappelli, e poi a tre Angelo Sabatelli ristorante (Putignano), Due camini di Borgo Egnazia (Savelletri), il Pashà (Conversano), e a due Il fornello da Ricci (Ceglie messapica), Memorie (Trani), Menelao a Santa Chiara (Turi).

Via le merendine, a scuola arriva il panino a base di pesce
Roma, scontrino da 430 euro, spuntano nuovi casi. Gli chef: «Ora multe severe»

Nutrito il drappello dei locali a un Cappello: Alex ristorante (Lecce), Primo restaurant (Lecce), Le lampare al fortino (Trani), Quintessenza (Trani), 231-10 Osteria Lorusso (Bisceglie), Al primo piano (Foggia), Bacco (Barletta), Casa Li Jalantuumene (Monte Sant'Angelo), Cozze e Gin - Lemì bar (Tricase), Creatività (Carovigno), Già sotto l'arco (Carovigno), Hotel La Peschiera SaleBlu (Monopoli), Hotel Relais La Sommità con Cielo (Ostuni), Masseria il Frantoio (Ostuni), Hotel Vinilia Wine Resort con Casamatta (Manduria), Il capriccio (Vieste), La bul (Bari), Le giare (Bari), Laltro baffo (Otranto), Le antiche sere (Lesina), Masseria Petrino (Palagianello), Osteria del borgo antico (Gioia del Colle), Porta di Basso (Peschici), Ristorante Gaio (Gallipoli), Roots (Scorrano), Tuccino (Polignano), Umami (Andria; ma il locale ha annunciato proprio martedì, a sorpresa, la chiusura).

Niente male, insomma, ma secondo Enzo Vizzari dalla Puglia ci si potrebbe aspettare di più: «In una regione così interessata, oggi, dal turismo di qualità, sarebbe giusto pretendere qualcosa di più: la Puglia, ormai, si gioca la partita con la Campania, in fatto di ristorazione, dunque è lecito attendersi più impegno. Tra chi ha già fatto il salto di qualità e chi ancora no, infatti, c'è tutto un territorio da esplorare. Va dunque aumentata la qualità diffusa della ristorazione pugliese, sia in termini di cucina che di cultura dell'ospitalità, intendendo come tale l'ambiente, il servizio, la cantina».

Questo hanno saputo fare, ai massimi livelli, proprio i Bros', continua il curatore e direttore della Guida dell'Espresso, «che sono andati in giro per il mondo senza cancellare le radici che avevano portato con sé». Consigli agli aspiranti: «Cari pugliesi, avete il privilegio di lavorare in una terra che vanta prodotti straordinari, sia di terra che di mare, e una grande tradizione gastronomica: guai a dimenticarla, ma guai anche a fare di questo patrimonio un prodotto da museo».

Sparuto invece il manipolo di etichette pugliesi premiate dalla Guida, che ha assorbito dall'anno scorso la gemella dei vini e ammette qualche problema di incrocio dei dati: «Faremo di meglio l'anno prossimo, perché la Puglia è regione enoica per eccellenza, che in futuro darà soddisfazioni enormi», promette il curatore Andrea Grignaffini: tra i migliori cento vini rossi il Primitivo di Gioia del Colle 16 2015 di Polvanera, tra i migliori cento spumanti l'Igp Daunia Bombino Bianco Riserva Nobile 2015 D'Araprì (San Severo), tra migliori cento vini sotto i 15 euro lo Squinzano 2018 dei Poderi La Fenice (Trepuzzi), tra i migliori 30 vini dolci il Salento IGT Passito Glykòs 2017 Cupertinum (Copertino).
© RIPRODUZIONE RISERVATA