L'avvocato: «Così si riduce il rischio che finiscano nei circuiti della criminalità»

L'avvocato: «Così si riduce il rischio che finiscano nei circuiti della criminalità»
di Paola ANCORA
2 Minuti di Lettura
Domenica 7 Luglio 2019, 13:21
«Se non si consente l'iscrizione al registro anagrafico di un richiedente asilo, il rischio che queste persone finiscano nei circuiti della criminalità aumenta esponenzialmente». Non è una valutazione politica, quella di Stefano Leuzzi, legale leccese che, per conto dell'associazione Avvocato di Strada, ha difeso il richiedente asilo che si è visto negare l'iscrizione all'Anagrafe del Comune di Lecce e ha firmato il suo ricorso, accolto dal giudice. È una constatazione dei fatti, perché «l'iscrizione è un mero atto ricognitivo del Comune, ma alla persona che lo ottiene consente di cercare un lavoro, di iscrivere i figli a scuola, di cercarsi una casa».
Avvocato Leuzzi, l'ordinanza del giudice della prima sezione civile del tribunale di Lecce, Antonio Barbetta, sconfessa il decreto Salvini, come è accaduto anche in altre città d'Italia, Bologna e Firenze. Cosa ne pensa?
«L'ordinanza, in linea con quanto già espresso dai giudici di Bologna e di Firenze, dimostra ancora una volta, contrariamente a quanto affermato dal ministro dell'Interno, che le recenti modifiche introdotte dal decreto Sicurezza, se lette conformemente alla Costituzione, non vietano affatto l'iscrizione all'Anagrafe dei richiedenti asilo, che quindi possono continuare a chiedere la legittimamente la residenza nel comune dove dimorano stabilmente».
Cosa accadrà ora? Chiederete un incontro al sindaco Salvemini?
«Sì, lo chiederemo. Ma la responsabilità dei Comuni è limitata: hanno tutti ricevuto una circolare del ministero dell'interno che li vincola».
Cosa dice la circolare?
«Dice che il decreto Sicurezza non consente l'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo e invita i Comuni a negarla, ma il decreto come scritto nell'ordinanza non la vieta, anzi. Lascia aperta l'interpretazione della norma, che non può che essere orientata al rispetto della Costituzione e dei trattati internazionali».
Torniamo all'incontro con il sindaco. Cosa accadrà?
«L'incontro, mi auguro, servirà a valutare insieme come far fronte a questa situazione per tutti i richiedenti asilo che si trovano sul territorio di Lecce. Se ce ne sono mille, dovremmo fare 1.000 ricorsi? Non conviene all'ente, che sosterrebbe le spese legali del caso. Dunque potremmo trovare un accordo. Con la nostra associazione, Avvocato di Strada, potremmo inviare una comunicazione al Comune, allegando l'ordinanza del giudice, e chiedendo di procedere allo stesso modo con gli altri richiedenti asilo, evitando lo sperpero di denaro pubblico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA