L’altra emergenza: l’inciviltà diffusa. Parco Pizzo offeso dalla spazzatura

L’altra emergenza: l’inciviltà diffusa. Parco Pizzo offeso dalla spazzatura
di Rita DE BERNART
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Lunedì 7 Marzo 2022, 05:00

Orchidee rare, vegetazione e una moltitudine di rifiuti di ogni genere. E il regno di pace e natura incontaminata che costeggia il mare, si trasforma nel regno dell’inciviltà. 
Il parco naturale Isola di Sant’Andrea e Punta Pizzo a Gallipoli continua infatti ad essere preso di mira da sporcaccioni recidivi. Rifiuti abbandonati o riposti in grossi sacchi neri, secchi pieni di materiale edile, copertoni di auto, water, elettrodomestici, pezzi di mobili o altri rifiuti ingombranti. E una moltitudine di cartacce di varia origine e bottiglie di plastica sparse in ogni dove, tra i cespugli e gli arbusti, altre letteralmente impastate nel terreno ammollato e fangoso a causa delle piogge.

La pulizia del parco

Una fotografia indecorosa; la stessa che si vede in molte campagne e lungo le strade provinciali e i sentieri rurali. Il problema è datato. La pulizia dell’area parco non è competenza, da appalto, della ditta di nettezza urbana cittadina; ad occuparsi della raccolta dei rifiuti sono i volontari di Legambiente insieme a tanti cittadini. I responsabili dell’associazione di volta in volta avvisano l’amministrazione comunale di aver effettuato le operazioni di raccolta e il comune invia la ditta a ritirare i rifiuti. Insieme a quelli lasciati dai cittadini irrispettosi. Singolare però il caso di questi giorni: lungo i sentieri sono presenti enormi quantità di materiale raccolto, in sacchi trasparenti e a norma, ma anche tanti sacchi neri, il cui utilizzo non è consentito, con tanto di bollo di “rifiuto non conforme” apposto dalla ditta di nettezza urbana. 

Legambiente


È possibile che siano i sacchi non ritirati dalle abitazioni nelle scorse settimane, per una campagna di sensibilizzazione avviata dall’amministrazione, e che qualcuno invece che differenziare ha pensato bene di accantonare in mezzo alla campagna. «La prassi – dice Maurizio Manna, responsabile Legambiente - è che ogni volta che noi effettuiamo la raccolta avvisiamo l’ufficio ambiente con foto e indicazioni sulla posizione in cui abbiamo deposto i rifiuti in modo che possano inviare qualcuno per la rimozione.

A noi non è consentito il trasporto dei rifiuti e questo è l’unico modo per effettuare la pulizia. È chiaro che i sacchi neri non siano nostri ma lasciati da li da cittadini che regolarmente abbandonano spazzatura di ogni tipo. Noi spendiamo oltre 500 euro l’anno per acquistare quelli trasparenti conformi alla legge. Il parco a Gallipoli è un’area molto particolare, si trovano rifiuti infetti, materiale di ogni tipo e le operazioni di pulizia richiedono grande competenza, devono essere mirate non solo alla rimozione dei rifiuti ma anche alla salvaguardia dell’ambiente. Ci sono per esempio tante orchidee rare ed è importante non danneggiarle nella fase di pulizia. Da tempo chiedo all’ufficio ambiente di stabilire un modus operandi che possa portare alla soluzione di questo problema. Facciamo un grande lavoro con sacrificio e poi siamo anche oggetto di critiche». 

Il progetto


Il progetto in attuazione, prevede, come per altre aree parco la chiusura alle auto di tutte le traverse d’accesso. «Chiuderemo prima dell’estate quella più frequentata - continua Manna - e in seguito tutte le altre». Arriva anche il monito del sindaco. «Chi compie questi gesti è incivile. Ogni 15 giorni circa inviamo la ditta a raccogliere i rifiuti abbandonati o raccolti dai volontari ma poi subito dopo la situazione è la stessa». Intanto i rifiuti, insieme a quelli considerati non conformi, per ora sono in bella mostra fra i cartelli che invitano alla scoperta della natura.

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