Irpef, aumento obbligatorio col decreto Salva enti. Ma niente più conti dai giudici

Irpef, aumento obbligatorio col decreto Salva enti. Ma niente più conti dai giudici
di Paola COLACI
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Martedì 17 Maggio 2022, 09:12

Il sacrificio ci sarà. Con buona probabilità non si tratterà di un aumento dello 0,2% a carico dei cittadini. Ma i leccesi dovranno comunque fare i conti con l'incremento dell'addizionale Irpef. Di contro aderendo alla norma Salva-enti - inserita nel decreto Aiuti del governo che impone ai Comuni con i conti in rosso l'obbligo di intervenire sulla leva fiscale - l'amministrazione guidata dal sindaco Carlo Salvemini potrà superare l'obbligo di presentare alla Corte dei Conti una nuova manovra di riequilibrio entro la scadenza di luglio.

Il dl Aiuti

La terza versione del Dl Aiuti è stata stilata nei giorni scorsi. E le amministrazione che intendono sottoscrivere il patto con Roma saranno tenute a incrementare l'addizionale comunale sull'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). A differenza di quanto previsto nel testo bis del Decreto che di imponeva un aumento minimo pari allo 0,2%, ora però i sindaci saranno tenuti a deliberare l'aumento ma potranno farlo in base alla percentuale che ritengono più idonea a far quadrare i conti. Percentuale che Palazzo Carafa conta di quantificare appena l'accordo con il governo sarà sottoscritto.

Uno step burocratico che segue a stretto giro la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, attesa per le prossime settimane.

I dati

Di certo al momento resta il dato finanziario. E su questo fronte - ormai è noto - la montagna da scalare per l'ente di Palazzo Carafa è pari a 68,9 milioni di euro complessivi. Come per altri 13 capoluoghi di provincia, inoltre, anche Lecce nel corso del 2020 ha registrato un disavanzo procapite superiore a 500 euro (876,3 euro nello specifico).
Da qui, su iniziativa del sindaco Carlo Salvemini - tra i principali protagonisti della genesi della norma in qualità di proponente e delegato Anci - la richiesta al governo di prevedere accordi per il ripiano del disavanzo. Patti che impongono all'amministrazione comunale di mettere mano alla leva fiscale innanzitutto, andando a ritoccare al rialzo l'aliquota massima attuale pari allo 0,8% Un incremento da cui, comunque, dovrebbero essere salvaguardati i redditi più bassi. E su questo fronte il testo del governo fissa un tetto non superiore a euro 12.500 euro. Ma prevede anche l'esenzione per le famiglie nel cui nucleo vi è un portatore di handicap con assegno di accompagnamento fino a un reddito complessivo di euro 28mila euro. Ma non è tutto.

La strategia

Per usufruire del Salva enti, l'Esecutivo di Palazzo Carafa sarà chiamato a mettere a terra una strategia di riduzione del debito ad ampio raggio che dovrebbe passare attraverso la completa attuazione delle misure di razionalizzazione delle partecipate, oltre al contenimento della spesa in relazione al trattamento accessorio dei dirigenti di settori e servizi del Comune.
«Ma verificheremo con il Governo gli impegni che ci sono richiesti nell'ambito di una trattativa negoziale». Così il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini aveva giudicato nei giorni scorsi il Salva enti. Un provvedimento che doverebbe consentire all'ente di Palazzo Carafa di ridurre il disavanzo e superare di fatto l'obbligo di presentare alla Corte dei Conti entro la scadenza di luglio una nuova manovra di riequilibrio. Con la possibilità di «liberare risorse per garantire a Palazzo Carafa un ormai non più rinviabile piano di assunzioni» ha anticipato il sindaco. Rispetto all'ipotesi di un aumento dell'Irpef, «la norma impone di attuare una serie di azioni per risanare i conti - aveva specificato ancora il sindaco - Attendiamo di comprendere i dettagli dell'applicazione della legge e di avviare la fase negoziale con il Governo, anche per verificare se nella stesura finale del provvedimento ai Comuni saranno assegnate risorse, come già previsto per le città metropolitane».


Nei fatti, tuttavia, nel caso di Lecce rispetto agli latri capoluoghi interessati al provvedimento le previsioni del governo non dovrebbero spostare di molto la barra dell'azione salva-conti già messa a punto dal governo Salvemini. «La città sta già facendo sacrifici per salvare i conti. E quasi tutte le misure indicate dal governo, a Lecce sono state già portate in esecuzione. Ecco perché ritengo che siamo già un passo avanti rispetto ad altre realtà» ha ricordato il sindaco.
 

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