«Io ero già pronto nel 2017. Con me vince la politica»

Saverio Congedo
Saverio Congedo
di Francesca SOZZO
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Venerdì 15 Marzo 2019, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 09:49
Chi è Saverio Congedo?
«Marito, padre e commercialista con tre grandi passioni: la politica, il Lecce e il mare».
Perché dovrebbero votare per lei alle Primarie?
«Rispetto ai miei validissimi competitor penso di poter incarnare un profilo di tipo più politico».
Non è la prima volta che il suo nome viene proposto come candidato sindaco, nel 2017 se non ricordo male fu proprio lei a dire di no. Cosa è cambiato da allora?
«A dire la verità sarei stato disponibile anche nel 2017, ma purtroppo non si crearono quelle condizioni politiche che invece oggi, con la scelta delle Primarie, si è riusciti a creare».
Uno sguardo al passato: dia un voto all'amministrazione Salvemini.
«Un sei politico».
Perché?
«Posso riconoscere la buona volontà, ma non mi viene in mente un solo provvedimento in grado di lasciare traccia nella memoria della città».Non c'è nulla che salva della passata amministrazione?
«La compostezza e la dignità con cui è stata gestita la crisi politica e la caduta dell'amministrazione».
Uno sguardo al futuro: qual è la visione di città di Erio Congedo?«La città di Lecce è il fulcro di un hinterland in cui vivono e lavorano circa 200 mila persone. È evidente che un sistema urbano complesso come questo debba essere gestito con una visione di area vasta, ascolto, partecipazione e confronto».

Cosa non le piace della Lecce di oggi?
«Le marine. Una risorsa straordinaria dal punto di vista paesaggistico, naturalistico ed economico assolutamente sprecata, da valorizzare sia in chiave turistica, che residenziale».
Tasse: la ricetta di Congedo per i contribuenti?
«Riduzione delle tasse per le imprese e fattore famiglia. Per fattore famiglia intendo che chi ha figli o familiari da mantenere non può pagare le stesse tasse, a parità di reddito, di chi non ne ha. Mi sembra un elementare principio di equità».
Evasione fiscale: come si può recuperare?
«Penso che la lotta all'evasione parta dalla definizione di una fiscalità equa. Il principio è: pagare meno, ma pagare tutti».
Palazzo Carafa deve fare i conti con un piano di riequilibrio pluriennale che per 15 anni limita l'attività amministrativa: in che modo si amministra con una spada di Damocle sulla testa?
«Servono responsabilità e coraggio. Quando in una famiglia si fa fatica ad arrivare a fine mese si identificano delle priorità e su quelle ci si concentra. Io voglio essere un buon padre di famiglia».
Politiche sociali: anche Lecce deve fare i conti con un numero sempre maggiore di famiglie indigenti. Un allarme sociale che non può più essere rinviato, come affrontarlo?
«Ecco, ha centrato la mia priorità: le famiglie, sia quelle indigenti che quelle che non riescono neanche a formarsi. A Lecce, come nel resto del Paese, mettere su famiglia e mantenerla sta assumendo sempre più i connotati dell'impresa eroica. Servono, a mio parere, sostegni alla genitorialità e alla maternità, un fisco e politiche abitative a misura di famiglia, asili nido e servizi sociali orientati a fornire il massimo del sostegno necessario».
A tre giorni alle Primarie del 17 marzo, c'è più adrenalina o preoccupazione?
«Adrenalina e soddisfazione per la scelta fatta. Sarà certamente una bellissima festa di popolo».
Chi teme di più tra i due competitor?
«Nessun timore, solo grande stima, rispetto e amicizia per entrambi».
Un aggettivo per definire Messuti.
«Competente».
Un aggettivo per Spagnolo.
«Operoso».
Si dice che il centrodestra sia spaccato anche perché c'è in ballo la conquista della leadership del centrodestra nel Salento e a causa di guerre, mi passi il termine, tra big dei vari partiti. C'è ancora spazio per tutti?
«Non c'è dubbio. La spinta delle Primarie darà al vincitore l'opportunità di allargare una compagine già forte, ampia, coesa e ritengo vincente».
La senatrice Poli Bortone rinnova oggi l'invito ad incontrarsi dopo le primarie. Rientra anche lei nella sua idea di allargamento della compagine?
«Assolutamente sì».
Ma proprio ieri lei assolveva la scelta della costituzione di parte civile, operata da Perrone, nel processo su via Brenta. Non crede che questo possa influire sulla possibilità di allargamento nel caso fosse lei a vincere le primarie?
«Voglio essere chiaro: io probabilmente avrei fatto valutazioni e scelte diverse ma all'epoca quella decisione fu ritenuta, a torto o a ragione, un atto dovuto per garantire la terzietà della amministrazione rispetto ai legami politici e personali».
Ipotesi future, e dovuti scongiuri, se le Primarie dovessero essere vinte da altri si candiderebbe come consigliere o lavorerebbe per un supporto dall'esterno?
«Chi vincerà potrà sicuramente contare sul pieno sostegno degli altri, nelle forme che riterrà più opportune».
C'è qualcuno che dice che lei non abbia la stoffa per fare il sindaco e che conosce poco la città perché è sempre stato a Bari e perché è sempre stato all'opposizione: cosa risponde?
«È vero, non ho mai avuto ruoli di governo cittadino, ma lo considero uno straordinario punto di forza, perché mi rende molto più libero e mi garantisce l'obiettività necessaria per individuare ciò che delle passate amministrazioni va valorizzato e ciò che, invece, va rivisto per il futuro della città».
Chi vincerà domenica?
«Il centrodestra».
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