Intossicati da monossido di carbonio: in tre salvati in extremis dai vigili del fuoco

Intossicati da monossido di carbonio: in tre salvati in extremis dai vigili del fuoco
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Venerdì 3 Gennaio 2020, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 13:00
Tre giovani residenti nel centro storico di Lecce, in corte Vincenzo Licci, sono stati soccorsi e salvati questa notte dai vigili del fuoco e dal 118 perché, inalando i fumi del braciere che avevano acceso per scaldarsi, sono rimasti intossicati da monossido di carbonio. 



I tre sono stati trasportati prima all'ospedale Vito Fazzi del capoluogo e poi al Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli, per essere sottoposti a terapia nella camera iperbarica. I tre sierraleonesi, stavano riposando all’interno del loro appartamento quando hanno avvertito i primi sintomi.
Uno dei tre ha avvertito un malessere e da qui è partito l'allarme al 118 e poi ai Vigili del Fuoco. I caschi rossi, in particolare, hanno accertato, all’interno del vano in cui dormivano i tre infortunati, la presenza di un braciere ed una stufa alimentata a gpl.

«Si ritiene necessario - spiega il Comandante Provinciale Vigili del Fuoco di Lecce Giuseppe Bennardo - ricordare ai cittadini alcune accortezze da tener presente nell'uso dei sistemi di riscaldamento che richiedono una combustione diretta (caldaie, stufe, bracieri, camini e simili).
Due sono le tipologie di rischio presenti, quelli connessi alla fonte di calore e quelli ancora più minacciosi dovuti alla emissione dei prodotti della combustione (fumo e gas) tra i quali è sicuramente presente l'ossido di carbonio. Un gas estremamente pericoloso e difficilmente riconoscibile (è inodore, insapore ed incolore)».

«Per ogni situazione in cui è presente una combustione è necessario - prosegue - assicurare una perfetta evacuazione dei fumi e garantire la presenza di ossigeno cioè di aria proveniente dall'esterno per assicurare una perfetta e regolare combustione sia che a bruciare è del gas sia che si tratti di legna o altro combustibile. È quindi importante fare un'azione di prevenzione agendo secondo due principi:
- Curare la manutenzione e assicurarsi del corretto funzionamento degli apparecchi a combustione: stufe a carbone, a gas, a legna, cucine, caldaie, boiler, camini aperti. Pulire i camini e i condotti di evacuazione dei gas almeno una volta all'anno.
- Garantire una ventilazione adeguata nei locali che ospitano le installazioni a combustione (garage, cucina, stanza da bagno) cercando di evitare di otturare o di lasciar incrostare le apposite bocchette per l'aerazione».

Infine, «in caso di forte intossicazione si deve evacuare il soggetto intossicato all'aria aperta, sollecitare i servizi d'urgenza, aerare i locali e bloccare le apparecchiature. Il fatto anomalo, riscontrato in varie situazioni, è che i fumi - generati in un determinato locale - si "spostano" da un locale all'altro attraverso le tubazioni dell'impianto elettrico provocando l'inquinamento diffuso dell'aria presente e quindi difficoltà respiratorie e non solo per tutti gli occupanti dell'abitazione. I medici ricordano che l'ossido di carbonio si sostituisce facilmente all'ossigeno presente nell'emoglobina contenuta nel sangue con i primi danni ai centri cerebrali del nostro organismo provocando, in genere uno stato di stordimento e di sonnolenza che impedisce all'intossicato qualsiasi difesa. Solo in alcuni casi si possono manifestare segni di nausea e di vomito».
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