Loredana Capone: «Occasione per il Pd. Gli errori politici di Emiliano? Chi fa sbaglia»

Loredana Capone: «Occasione per il Pd. Gli errori politici di Emiliano? Chi fa sbaglia»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 24 Settembre 2020, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 12:51
Loredana Capone, assessore uscente della Giunta regionale e appena rieletta in Consiglio con quasi 14mila preferenze. Lei è stata tra le più suffragate nel Salento e porta a casa quasi 2mila voti rispetto alla tornata precedente. È soddisfatta di questo risultato o come uscente si aspettava ancora di più?
«Sono molto soddisfatta per il riconoscimento del mio impegno da parte dell'elettorato e per la fiducia che i pugliesi mi hanno confermato. Un segno inequivocabile che il lavoro paga e che bisogna continuare ad amministrare con una visione chiara e una prospettiva. In questi anni mi sono sforzata di attuare politiche culturali che vanno al di là della logica del contentino e investono invece in operazioni durature, penso a musei, biblioteche. Ma anche a tutta una serie di realtà su cui abbiamo scommesso e che oggi sono un punto di riferimento innegabile. Si tratta di investimenti che mettono le radici, di un percorso di rafforzamento dell'intero sistema culturale pugliese. Ecco, in questi anni, anche con scelte a volte coraggiose, abbiamo deciso di non accontentare solo i palati più affamati e di attuare invece piccole rivoluzioni. I risultati ci hanno premiati. Radici e ali, d'altronde, è stato il binomio di questo percorso. I risultati sono venuti e il voto lo dimostra».

In questi giorni non si parla che di toto-giunta. Con i suoi numeri una conferma in giunta è data quasi per scontata, si aspetta di mantenere il suo vecchio assessorato o le piacerebbe cambiare?
«Il presidente sa che sono una persona di fiducia e sempre a disposizione della squadra di governo: sono certa che farà lui la scelta migliore».

Nel Salento due new entry l'hanno superata alle urne: il vicesindaco di Lecce Alessandro Delli Noci, per cui si ipotizza la vicepresidenza della Giunta, e Donato Metallo, l'ex sindaco di Racale che è stata la vera sorpresa nel Pd. Come la vede?
«È importante che accanto a competenza ed esperienza ci siamo nuove forze in campo: del resto sono le persone con cui più ho collaborato in questi anni e non posso che essere soddisfatta».

Anche il Pd porta a casa un risultato molto positivo, crede che posso essere l'inizio di un rinnovato appeal del centrosinistra?
«I cittadini hanno fatto un investimento sul Pd e penso che ora il partito debba aprirsi fino in fondo e non sprecare questa opportunità perché l'ombra del populismo è dietro l'angolo. Ora il Pd deve farsi facilitare dalle altre forze politiche, da Nichi Vendola ai movimenti civici: solo il partito ha la struttura in grado di farlo. Se non lo fa resterà una lacuna politica».

A questo proposito, lei è stata nella giunta di Nichi Vendola. E nonostante le frizioni politiche con Emiliano l'ex governatore in questa fase ha difeso l'operato del centrosinistra in Puglia, con un supporto per molti fondamentale presso il popolo di sinistra amareggiato da alcune scelte. Ma ha anche chiesto al presidente di riparare ad alcuni errori commessi in questi anni. Lei crede che ci sarà spazio per alcuni aggiustamenti politici in grado di creare un quadro più coeso nel centrosinistra?
«Io penso che chi fa sbaglia e che di errori di certo ce ne siano stati ma il centrosinistra ha una grande occasione: far dialogare i leader tra loro e ritrovarsi compatto. Vendola è un galantuomo e un visionario che d'intesa con Emiliano può dare tanto alla Puglia. Ma credo che sia anche il momento di aprirsi a tanti cittadini, dagli amministratori a tutte le persone che credono nel bene comune. Bisogna uscire dalle strutture e aprirsi di nuovo e ancora alla partecipazione, perché le persone vogliono esserci e ce lo hanno dimostrato anche in questo periodo di paura dopo il lockdown».

La doppia preferenza ha portato 8 donne in Consiglio invece delle 5 della scorsa volta. Non esattamente un successo. Come spiega questa resistenza?
«La doppia preferenza è arrivata troppo tardi e comunque bisogna abbattere una misoginia latente, l'idea di molti uomini che le donne vadano usate, anche per portare voti, piuttosto di affidarsi realmente a loro con vera e concreta fiducia nelle loro competenze, capacità e nella loro passione. La strada è ancora lunga».
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