Interdittiva antimafia alla cooperativa del sindaco Stefanelli

Interdittiva antimafia alla cooperativa del sindaco Stefanelli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Luglio 2019, 08:56
Una nuova tegola si abbatte sul sindaco di Scorrano Guido Stefanelli, indagato nell'ambito dell'operazione Tornado. Questa volta la brutta notizia riguarda la sua attività imprenditoriale e non il fronte politico: la prefettura di Lecce, infatti, ha emesso una interdittiva antimafia nei confronti della cooperativa Nuova Era, amministrata da Stefanelli. Si tratta dell'azienda il cui nome è finito nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Sergio Tosi. In quella ditta era stato assunto Massimiliano Filippo, 42enne di Scorrano, indagato insieme al sindaco con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Filippo, che lavorava proprio nella cooperativa in questione con le mansioni di cuoco, rappresentava secondo l'accusa il tramite tra il primo cittadino e il clan: si faceva «portavoce delle istanze del clan nei confronti del sindaco, promuovendo o comunque agevolando gli incontri ai fini delle decisioni operative». La cooperativa Nuova Era, è scritto nella pagina web, « persegue l'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, favorendone la reintegrazione nel contesto sociale e lavorativo anche attraverso percorsi istruttivi e di orientamento».

Il provvedimento della Prefettura è stato notificato due giorni fa al sindaco, attraverso l'avvocato Luigi Corvaglia, che lo difende insieme con il collega Alfonso Parente Stefanizzi. Nei giorni scorsi il primo cittadino è stato interrogato dal pubblico ministero Maria Vallefuoco, e ha respinto le accuse che gli vengono mosse: e cioè, in particolare, quella di aver favorito il clan che faceva capo a Giuseppe e Francesco Amato, padre e figlio, adoperandosi per l'assegnazione a loro o a soggetti a loro vicini dell'appalto per la gestione del parco comunale La Favorita, con annesso chiosco-bar, nonché la gestione dei parcheggi comunali, «impegnandosi a superare - è l'accusa - gli ostacoli di natura burocrativo-amministrativa connessi alle suddette aggiudicazioni, ottenendo, quale contropartita, il sostegno del clan nelle competizioni elettorali alle quali era interessato».
Nulla di nuovo, invece, sul fronte degli accertamenti amministrativi che è chiamata a compiere sempre la Prefettura. Dovrebbe essere questione di giorni, in ogni caso, la nomina di una commissione di accesso agli atti del Comune di Scorrano, che valuti l'eventuale infiltrazione mafiosa nell'amministrazione locale.
A.Cel.
© RIPRODUZIONE RISERVATA