«Indennità Inps revocata a mia madre: ha 77 anni ed è su una sedia a rotelle»

«Indennità Inps revocata a mia madre: ha 77 anni ed è su una sedia a rotelle»
di Matteo CAIONE
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Giovedì 2 Aprile 2020, 13:35
Un calvario nel calvario per una donna di 77 anni, P.V. le sue inziali, di Lecce, che si è vista revocare l’indennità di accompagnamento. L’anziana è costretta a vivere da dieci anni su una sedia a rotelle, ma dallo scorso febbraio non riceve più la prestazione economica erogata dall’Inps.
Una batosta improvvisa, che piazza un carico pesante come unmacigno sulle difficoltà che proprio in queste settimane mordono ancora di più per l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Un ulteriore incubo, quindi, per la 77enne che necessita di assistenza ventiquattro ore al giorno. E che nonostante lo stop all’assegno di accompagnamento di oltre 500 euro, deve comunque fare fronte alle uscite.

Da due mesi, però, può farlo solo con le risorse della pensione di invalidità. Tra le spese da sostenere c’è anche, ovviamente, lo stipendio e i contributi previdenziali della badante che si prende cura di lei. Intanto, a lanciare l’allarme è il figlio della donna, Giuseppe Murrone, che ha già presentato ricorso contro la decisione dell’Inps. «Dal 2010, a seguito di un’operazione chirurgica che non è andata a buon fine, mia madre - racconta l’uomo - è costretta a vivere su una sedia a rotelle. È incontinente e non riesce a deambulare. Ed è da dieci anni che percepisce quindi l’assegno di accompagnamento. L’indennità, peraltro, le era stata confermata un anno fa, a marzo 2019. E purtroppo prima della scorsa estate le sue condizioni si sono aggravate a seguito di una cisti pancreatica. Una situazione molto complessa, tant’è che due primari di rinomato prestigio professionale hanno dichiarato mia madre inoperabile». Questo dunque il triste scenario. L’orologio di questa vicenda ferma però le lancette allo scorso dicembre, quando la signora è stata sottoposta nuovamente alla visita di accertamento della commissione sanitaria.

«Ho presentato tutta la documentazione richiesta. Poi, da febbraio scorso l’incredibile e amara sorpresa. L’accompagnamento non è stato più erogato. Anzi, l’Inps - sostiene il figlio dell’anziana - con una lettera ha chiesto anche la restituzione dell’assegno del mese di gennaio. Non siamo stati degnati nemmeno di una motivazione. Mia madre è inabile e invalida da dieci anni. E fino a due mesi fa ha sempre ricevuto l’indennità di accompagnamento. Cosa è cambiato rispetto a prima? Anzi, la situazione è indubbiamente e sfortunatamente peggiorata».

La famiglia dell’anziana ha già intrapreso la via delle carte bollate. «Ovviamente, abbiamo presentato ricorso. Ma sarà una questione che non si risolverà subito, perché è quasi tutto paralizzato per la pandemia in corso. Il problema - sottolinea Murrone - è che adesso non sappiamo come fare: mia madre ha bisogno di assistenza continua. E oltre a sostenere le spese per la sussistenza giornaliera, c’è da pagare lo stipendio della badante, oltre al versamento dei contributi previdenziali. È una situazione incredibile. E che di giorno in giorno si fa insostenibile. Purtroppo, in queste condizioni, potremo andare avanti ancora per poche settimane altre. Spero che qualcuno si faccia vivo». Il figlio rivolge quindi un appello alle istituzioni perché «un’anziana di 77 anni, che vive su una sedia a rotelle, che si ritrova a lottare con una salute sempre più precaria e contro i rischi innescati dall’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, non può subire - lamenta l’uomo - anche provvedimenti, come la revoca dell’accompagnamento, che suonano come una beffa».
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