Infermiere scomparso alla vigilia di Natale, le speranze si spengono: il corpo del giovane ritrovato in mare a pochi metri dalla costa

Infermiere scomparso alla vigilia di Natale, le speranze si spengono: il corpo del giovane ritrovato in mare a pochi metri dalla costa
di Giuseppe TARANTINO
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Domenica 2 Gennaio 2022, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 14:51

Ritrovato questa mattina il corpo di Marcello Pantaleo, l'infermiere 39enne scomparso il 26 dicembre nella zona di Santa Caterina di Nardò in provincia di Lecce. Dopo una settimana esatta dall'inizio delle ricerche il peggiore esito: il corpo del giovane è stato ritrovato in mare, a 50 metri dal luogo in cui aveva parcheggiato l'auto il giorno della scomparsa. A individuarlo alcuni  sub che di frequente si immergono proprio nella zona. Il cadavere era adagiato sul fondale sabbioso a 22 metri di profondità. I Vigili de Fuoco hanno provveduto al recupero. Sul posto anche la polizia di Nardò, la Protezione civile, i carabinieri e la polizia municipale. Dopo l'arrivo del magistrato di turno e del medico legale la salma è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.

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La scomparsa

La scomparsa del giovane risale alla sera del 24 dicembre: dopo un litigio in famiglia l'infermiere si era allontanato da casa a bordo della sua auto.

La Seat Ibiza nera era stata rinvenuta nei pressi della Torre dell’Alto, nel parco di Porto Selvaggio. All’interno, lo smartphone e una lettera di 40 pagine nella quale lo stesso Marcello Pantaleo annunciava intenti suicidi.

 

Le ricerche

Alle ricerche nei giorni scorsi hanno preso parte, fa sapere la Prefettura di Lecce, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, i volontari di Protezione Civile e di Croce Rossa Italiana, il 118 e l’Amministrazione comunale di Nardò.  Gli uomini hanno setacciato per circa 4 km le aree marine in prossimità della costa, con l’ausilio dei sommozzatori e speleosub per l’ispezione nelle grotte e nelle insenature, anche in profondità, e con l’impiego di droni e di un elicottero per le ricerche a più ampio raggio dall’alto. Le unità navali messe a disposizione dalla Capitaneria di Porto hanno invece concentrato la propria attività in alto mare, spingendosi fino a circa 2-3 miglia dalla costa.  Le ricerche a terra hanno interessato 5 km quadrati di superficie terrestre nei pressi della Torre dell’Alto, fino ad arrivare ai limiti del centro abitato della località Santa Maria al Bagno, anche con l'ausilio delle unità cinofile. 

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