Indici di valutazione, i sindacati al rettore:
«Difenda i docenti dell'ateneo salentino»

Indici di valutazione, i sindacati al rettore: «Difenda i docenti dell'ateneo salentino»
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 7 Marzo 2016, 14:03
La questione della valutazione della ricerca universitaria non è affatto di facile risoluzione perché vede, muro contro muro, docenti universitari e rettori. I primi difendono strenuamente il loro ruolo e rivendicano lo sblocco degli scatti stipendiali; i secondi, invece, pur riconoscendo le ragioni della protesta dei professori, sono preoccupati di vedere ridotto all’osso il fondo di finanziamento ordinario che già ora consente a malapena di garantire i servizi minimi.
Sulla valutazione della qualità della ricerca gli Atenei si giocano la quota premiale del Fondo pubblico, che oscilla, appunto, in base al punteggio ottenuto da ogni singolo lavoro pubblicato. In parole semplici, si potrà contare su più fondi solo se la quantità di ricerca prodotta dall’Università sarà giudicata dal ministero di livello buono o eccellente, altrimenti il finanziamento si riduce al lumicino. Ma i professori non si vogliono più far valutare per protestare contro il mancato riconoscimento degli scatti stipendiali ed hanno, quindi, promosso un’azione di lotta che non penalizza la didattica ma riguarda solo il rifiuto di farsi valutare. Il movimento per l’astensionismo s’ingrossa a vista d’occhio in tutta Italia e all’Unisalento la quota di prof che hanno deciso di non inserire le pubblicazioni nel sistema di valutazione potrebbe anche essere molto alta, a giudicare dalle adesioni alla protesta, motivo per cui il mese scorso il rettore Vincenzo Zara ha scritto una lettera aperta per richiamare i docenti al buon senso, paventando, nel caso in cui l’astensione dovesse rilevarsi più alta di altre Università, una drastica riduzione del finanziamento, con tutte le conseguenze annesse e connesse al caso.
Dopo la lettera di risposta al rettore, firmata da 65 docenti di Unisalento, in cui vengono spiegate le ragioni del rifiuto a farsi valutare, sulla questione intervengono anche le organizzazioni sindacali, che chiedono al rettore una ferma posizione nella Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane) «contro le scelte ministeriali che penalizzano l’intero sistema universitario pubblico» scrive in una nota la Flc Cgil, sottolineando: «Con la lettera aperta ai professori e ai ricercatori dell'Università del Salento, in data 19 febbraio scorso, il rettore ha voluto riferire degli esiti dell’assemblea della Crui, paventando il rischio nel quale questo Ateneo potrebbe incorrere qualora la percentuale di adesione alla Vqr (Valutazione della qualità della ricerca) non superasse, come tuttora sta accadendo, il 60%: vi potrebbero essere, si ipotizza, ripercussioni sulla ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario 2016 e ricadute negative sulla ripartizione delle risorse finanziarie e di personale per gli anni futuri. Lo stesso rettore, poi, si è soffermato velatamente sull’eventualità che le decurtazioni penalizzino maggiormente i dipartimenti in cui più massiccia è stata l’adesione alla protesta. Saremmo stati lieti di apprendere, dalla lettera aperta del rettore - incalzano i sindacati . di una sua ferma presa di posizione nel corso dell’assemblea della Crui contro le scelte ministeriali che da anni bersagliano docenti e ricercatori, insieme all’intero sistema universitario pubblico in Italia. Avremmo in particolare apprezzato che il rettore avesse chiaramente precisato che la protesta del corpo docente è un atto di doverosa difesa del diritto dei lavoratori della conoscenza a una retribuzione dignitosa e non discriminatoria - aggiungono -. L’occasione sarebbe stata propizia anche per esprimere una posizione critica nei confronti del sistema di valutazione della Vqr, incardinato su criteri che non favoriscono l’innovazione nella ricerca scientifica ma assecondano la formazione di ortodossie disciplinari».
Secondo i sindacati, sulla vicenda della qualità della ricerca dovrebbero prendere posizione ferma tutti i rettori. «L’intera Crui, e ciascuno rettori degli Atenei italiani, potrebbero e dovrebbero mobilitarsi su queste tematiche - ribadiscono -, non già ostacolando la protesta dei docenti in nome di presunti rischi per il finanziamento delle Università, ma anzi difendendo e promuovendo l’iniziativa dei docenti e dei ricercatori per la difesa dei diritti e della dignità della professione, requisiti essenziali per la difesa della dignità del Sistema Universitario».
Nel frattempo la protesta dei prof continua, il 14 marzo, data ultima per inserire sul sito ministeriale i lavori da far valutare, si saprà quanti docenti di Unisalento si sono astenuti. La posta in palio è alta: il rischio concreto per l’Ateneo è quello di perdere una grossa fetta di finanziamento pubblico.
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