Eroi, ma non troppo: dimezzate le indennità Covid destinate a medici e infermieri

Eroi, ma non troppo: dimezzate le indennità Covid destinate a medici e infermieri
di Maddalena MONGIò
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Sabato 29 Agosto 2020, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 10:31
Dimezzate le indennità Covid: i conti non tornano. Servono tre milioni in più per dare l'indennità Covid a tutto il personale sanitario impegnato a vari livelli nell'emergenza sanitaria. Medici e infermieri degli ospedali salentini.
Complessivamente i fondi ministeriali per il Salento, pari a più di 5,5 milioni, non sono sufficienti e i sindacati puntano il dito perché la Regione non ha sufficientemente rimpolpato il fondo con risorse proprie. In pratica, per il personale sanitario, l'indennità si dimezza e per alcuni scende a livelli minimi.

Andiamo per ordine. Per infermieri, tecnici, ausiliari, operatori socio-sanitari sono quattro le fasce di retribuzione e il segretario provinciale della Uil Fpl, Antonio Tarantino ha fatto le prime stime. Alla fascia A, che secondo l'accordo regionale di fine maggio siglato dall'Asl Lecce con i sindacati, dovevano andare 2.520 euro e, invece, andranno 1.260 euro. Ma la Asl è orientata a erogare, con la mensilità di settembre, l'80 per cento lordo dell'indennità e, quindi, l'importo si riduce a 1.008 euro. Che, al netto delle tasse, sarà di 706 euro per ogni operatore.

Alla fascia D, l'ultima dell'accordo, era stata destinata la somma di 400 euro che al netto delle tasse sarà pari a 118 euro.
La situazione è stata cristallizzata con una nota dell'Asl di Lecce indirizzata alle organizzazioni sindacali e nell'incontro di ieri sull'indennità Covid.
Gli incentivi messi a disposizione dal Governo per la Regione Puglia, sono pari a 29.164.068 di euro lievitati a 30.060.000 euro in virtù di risorse regionali che, comunque, non sono sufficienti a coprire tutto il fabbisogno.

Nello specifico, dunque, per il comparto infermieri e Oss in provincia di Lecce, i fondi destinati all'indennità Covid ammontano a 4.168.605 euro. A questi vanno aggiunti, per la dirigenza medica, 1.382.868 euro. Anche in questo caso la Asl utilizzerà all'80 per cento riservando a una fase successiva il saldo del 20 per cento. Il periodo indicato è quello che va dal 15 marzo al 15 maggio (20 turni al mese).
Incentivi più corposi sono previsti per chi è stato in prima linea: medici e infermieri di Malattie infettive, Pneumologie, Anestesia e Rianimazione e Terapie Intensive, Dipartimenti Prevenzione (con riferimento a Sisp e Spesal) e veterinari dei Dipartimenti di prevenzione direttamente coinvolti nella gestione di cluster Covid, Medicina del lavoro, 118, pronto soccorso, personale laboratorio biomedico che hanno effettuato test o esami dello stesso tipo.

«C'è un accordo regionale - spiega il direttore generale dell'Asl Lecce, Rodolfo Rollo - e, per quanto mi riguarda, ho definito un metodo per la ripartizione delle somme. Ho informato i sindacati e vogliamo chiedere la contrattazione decentrata la settimana prossima perché perseguiamo l'obiettivo di portare l'assegnato in busta paga entro settembre. Erogheremo l'ottanta per cento, mantenendo un venti per cento come salvagente per eventuali errori».

Nell'Asl Lecce il riparto non è sufficiente sia per il fatto che la platea è troppo ampia, ma anche per il fatto l'assistenza e la cura è stata fatta negli ospedali a gestione diretta e nei distretti, senza esternalizzare nulla come è avvenuto in altre province dove i servizi sono stati garantiti dagli Irccs. In pratica, nel caso specifico, proprio perché la gestione è stata interamente della Asl il riparto standard non basta, mentre lì dove il servizio è stato erogato anche dagli Irccs questi hanno avuto il ristoro dal fondo per l'emergenza Covid.
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