Incendio a Punta Pizzo, si contano i danni. Legambiente: «Interessi oscuri, tuteliamo i parchi»

Incendio a Punta Pizzo, si contano i danni. Legambiente: «Interessi oscuri, tuteliamo i parchi»
di Andrea TAFURO
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Lunedì 15 Luglio 2019, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 09:32

«Più uomini delle forze dell'ordine e fototrappole per tutelare i nostri parchi da questi gesti dolosi, frutto della cattiveria o di interessi oscuri». A chiedere una maggiore tutela delle aree protette del Salento è il presidente di Legambiente Puglia Maurizio Manna.
A Gallipoli si è passati alla conta dei danni. Dopo il disastro ambientale causato dall'incendio sviluppatosi sabato nel Parco naturale regionale di Punta Pizzo, Vigili del fuoco, Guardie ambientali e volontari del locale circolo Legambiente Puglia, sono tornati ieri mattina sul posto per tracciare e analizzare le aree distrutte dalle lingue di fuoco, mettere in sicurezza la vegetazione e le vie di transito sopravvissute al violento passaggio del fuoco. Un paesaggio desolante. Resti di alberi bruciati, cenere e l'odore acre del fumo hanno accolto l'intervento degli operatori, che per oltre 7 ore hanno lavorato alla salvaguardia dell'ambiente distrutto dall'insensatezza umana.

Il grosso incendio, pare sempre più certo di natura dolosa, che in poche ore alimentato dal forte vento che da sud sferzava la costa jonica, oltre ad aver distrutto circa 30 ettari tra macchia mediterranea e vegetazione autoctona come i ginepri centenari sulla costa, mettendo a rischio la biodiversità dei luoghi, ha creato serio pericolo per l'incolumità fisica di numerosi turisti e dei villeggianti di alcuni Resort della zona, per fortuna soltanto lambiti dalle alte fiamme.

«Legambiente Gallipoli è intervenuta, cooperando con le forze dell'ordine e mettendo a disposizione le proprie conoscenze del territorio, per andare ad indagare sull'origine dell'incendio e ricostruire tutto il percorso tracciato dal fuoco nel parco spiega il massimo dirigente regionale dell'associazione ambientalista Maurizio Manna -. Le fiamme pare si siano originate lato mare, nell'area ricompresa tra gli hotel e l'incrocio per Li Sauli, poi una volta partite sospinte impetuosamente dal forte vento di scirocco e levante, hanno iniziato la distruzione incontrollata del canneto e della pineta, sino a raggiungere la fascia costiera. Solo il provvidenziale intervento dei Canadair ha limitato i danni, evitando tragedie di più ampia proporzione».

Un danno ambientale, che dalle prime rilevazioni tecniche appare elevato, con riferimento soprattutto alla vegetazione distrutta sulle dune. «Il fuoco ha interessato molte aree sottolinea Manna -. Le praterie e i canneti, che sono buona parte della superficie bruciata, per fortuna hanno una ricrescita veloce, crediamo quindi che nell'arco di poche settimane torneranno verdi e tra un anno saranno rigogliosi come prima. La pineta invece è stata interessata dalle fiamme su un tracciato più stretto. Le lingue di fuoco hanno colpito come una lama le chiome più alte, ma questo forse è stato un bene poiché al contrario senza vento avremmo rischiato il disastro totale, così invece il fuoco è passato velocemente. Il danno botanico maggiore invece - precisa il dirigente - si è avuto nella zona delle dune con la distruzione dei ginepri, piante secolari che hanno crescita lenta e difficile propagazione. Purtroppo questo ambiente risentirà maggiormente dell'incendio».

Fatta la conta dei danni, ora è tempo di stabilire un piano di prevenzione per il futuro e nuovi investimenti da destinare alla piantumazione di quanto è andato distrutto. «Pare che il Comune di Gallipoli pare abbia già predisposto un progetto di recupero delle dune, a questo punto vista la situazione sarà utile intervenire celermente consiglia Manna -. Per le altre aree si potrà intervenire con una forestazione mirata per ricostruire l'importanza paesaggistica. Fondamentale tuttavia per contrastare questi gesti dolosi, frutto della cattiveria o di interessi oscuri, sarà la prevenzione tra i cittadini, la presenza costante, mirata e silenziosa di volontari e l'installazione di fototrappole, per la salvaguardia dei parchi e delle meravigliose bellezze naturaliste del nostro Salento», conclude il presidente di Legambiente Maurizio Manna».

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