In corteo contro la nuova discarica
E un appello: «Bonificate Burgesi»

In corteo contro la nuova discarica E un appello: «Bonificate Burgesi»
di Maurizio TARANTINO
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Lunedì 29 Maggio 2017, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 10:57
Il “no” a nuovi impianti arriva forte dal cuore della discarica più temuta del Salento. Quasi mille cittadini di Ugento, Acquarica del Capo, Presicce e Taurisano lo hanno gridato, ieri mattina, davanti “alla Burgesi”, a Ugento, preoccupati della volontà della politica di creare un nuovo impianto a poca distanza dal precedente per gestire la selezione, il recupero e la messa in riserva di rifiuti speciali in contrada “Casino Arto”, nel territorio di Ugento. Un’ipotesi che ha fatto mobilitare due cortei distinti, ritrovatisi davanti alla chiesetta della Madonna di Pompignano, situata a pochi metri dal sito dismesso, dove si teme che siano stati sepolti, almeno 600 fusti di policlorobifenili interrati in maniera illegale agli inizi degli anni Duemila.
Così la manifestazione “Basta discariche! No a nuovi impianti” ( organizzata dalle associazioni “Pro Loco Beach” di Gemini, “Attivamente” di Ugento, “Gemini”, “Pro Loco Acquarica”, “Pro Loco Presicce”, “Pro Loco Taurisano”, “Burgesi 2017” e dal Consorzio delle Pro Loco del Capo di Leuca con il patrocinio dei quattro Comuni) ha raccontato la paura dei cittadini per il passato e per il futuro, condizionati entrambi da quanto c’è e ci potrebbe essere nelle viscere di una terra sulla quale vorrebbero veder crescere in salute i figli e i nipoti. Cittadini che non intendono fermarsi e che sono disposti ad arrivare a far salire il livello della protesta, bloccando, nella prossima manifestazione anche le strade che portano al mare. Un atto quasi necessario, spiegano, perché se da un lato le rivelazioni del pentito Gianluigi Rosafio fanno paura per quello che potrebbero celare le viscere di Burgesi, dall’altro c’è una sensazione di grande impotenza di fronte all’eventualità che un nuovo impianto possa sorgere in pochi mesi. Lo ha spiegato bene Oronzo Ricchiuto, presidente della Pro Loco “Beach” e portavoce delle associazioni presenti alla manifestazione: «Pur essendoci state per anni rassicurazioni sul fatto che all’interno di questa famigerata discarica le cose si svolgessero secondo le regole - ha detto Ricchiuto - e che non ci sarebbero stati danni per il territorio e per la salute dei cittadini, aleggia ora una certa comprensibile preoccupazione per la possibile presenza di una bomba ecologica composta da seicento fusti contenenti sostanze tossiche, sepolta sotto 30 metri di rifiuti. E adesso, come se non bastasse spunta anche l’ipotesi dell’insediamento di un impianto per rifiuti speciali in un’altra area situata a poca distanza dal centro abitato. Oggi diciamo basta a tutto questo».
Una paura portata in piazza dalle scuole, dalle associazioni, dai semplici cittadini e anche dalla Chiesa che, come ha ribadito il parroco Don Beniamino, è accanto alle popolazioni che hanno deciso di gridare forte la loro contrarietà, supportati, in questa battaglia da politici, amministratori (presenti i sindaci Salvatore Monsellato di Presicce, Francesco Ferraro di Acquarica del Capo, Massimo Lecci di Ugento e l’assessore all’ambiente di Taurisano, Gelsomina Normanno) e anche da chi, come l’oncologo Giuseppe Serravezza, è diventato un punto di riferimento per le comunità che soffrono: «È un impegno che io sento tutto e al quale non posso rinunciare - ha spiegato -, lo dobbiamo soprattutto a chi non c’è più e ha già pagato. Già vent’anni fa eravamo degli eretici, anche in medicina. Ambiente e salute sono due facce della stessa medaglia: nessuno muore per castigo divino. Le cause sono tutte intorno a noi, ogni volta che qualcuno si ammala significa che le tre matrici fondamentali come la terra, l’aria e l’acqua sono compromesse. Se una di queste matrici è avvelenata, il nostro organismo ne risente e la malattia non tarda ad arrivare». Il medico, reduce dallo sciopero della fame per l’antagonismo a Tap, lancia la sua ricetta: «Tocca a ognuno di noi rimboccarsi le maniche e far partire un messaggio forte, per arrivare ad un modello di sviluppo e convivenza che può essere sostenuto, con intelligenza. Non dobbiamo tollerare più. Se certe cose sono avvenute, è colpa nostra: dove eravamo tutti? Ci hanno drogato con finti benesseri, togliendoci la dignità. La vita non si può comprare».
 

«Il Capo di Leuca ha già dato troppo: ora i rifiuti toccano agli altri Comuni»

Davanti alla discarica di Burgesi, c’erano anche le fasce tricolori dei sindaci del territorio: Acquarica, Presicce, Ugento e Taurisano. Una dimostrazione di unità necessaria per evitare la nascita di un nuovo impianto, inquinante secondo molti, a Gemini e per ottenere la bonifica di Burgesi.
Le ferite della precedente gestione, non sono ancora rimarginate, perché la minaccia dei 600 fusti sottoterra rischia di distruggere l’immagine e la salute di un posto ancora, per molti aspetti, fuori dal tempo. A lanciare un grido di allarme è il sindaco di Presicce, Salvatore Monsellato: «Guardavo i ragazzi che giocavano a pallone poco distanti dalla discarica e pensavo che occorre impegnarsi proprio perché il loro futuro non vada disperso. La gente è stanca di trovarsi alle solite manifestazioni ripetendo sempre le stesse cose. I consigli comunali all’unanimità esprimeranno la contrarietà al nuovo impianto di selezione: questo è un primo passo importante e la nostra lotta continuerà. Sulla vicenda dei fusti di veleni interrati, mi sarei aspettato che la Procura facesse le ricerche direttamente, senza affidarsi ai piccoli Comuni che hanno poco margine di manovra. Dal punto di vista turistico, siamo continuamente danneggiati. Dobbiamo fugare ogni dubbio, dire se ci sono veleni nel territorio, e deve essere fatto presto, al massimo nelle prossime settimane».
Parole riprese dal sindaco Francesco Ferraro della vicina comunità di Acquarica del Capo: «Non c’è colore politico, non c’è limite di territorio che possa impedirci di affrontare il problema. Un nuovo impianto vicino a Gemini non può esistere. I problemi ambientali passano sopra le demarcazioni territoriali. Nel 2010 abbiamo lottato da soli quando ci fu proposto l’insediamento di un nuovo impianto a pochi metri dalle case. Il Capo di Leuca ospita rifiuti da 1990, è tempo di passare la mano: a questa manifestazione non sono intervenuti Comuni distanti, a cui sta bene che le cose rimangano così. È giusto invece che i rifiuti siano distribuiti su tutti».
Il sindaco di Ugento, Massimo Lecci, territorio sul quale dovrebbe nascere la nuova struttura, è categorico: «L’impianto non può essere realizzato perché c’è un quadro già compromesso, a cui si dovrebbe aggiungere nuovo traffico pesante e nuovo consumo di suolo con effetti deleteri sulla salute dei cittadini. L’area inoltre è interessata da beni paesaggistici importanti che non possono essere trascurati. Le argomentazioni che abbiamo portato sono permeate da buon senso: auspichiamo che vengano considerate tali anche dagli altri enti. Per quanto riguarda Burgesi, dal 22 dicembre ad oggi si sono svolti una serie di tavoli tecnici dove il Comune ha chiesto di conoscere se sono presenti i fusti Pcb, di realizzare gli esami sulla falda e sulla catena alimentare, con un piano di monitoraggio trimestrale». Diretta anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Taurisano, Gelsomina Normanno, in rappresentanza del sindaco Raffaele Stasi, che ha ribadito la volontà di procedere in maniera unita: «Le amministrazioni si possono fare carico della battaglia, ma devono essere i cittadini a dare una dimostrazione di attenzione, assicurando la loro presenza, partecipando alle manifestazioni senza pensare che si possa delegare, in qualche modo, la rappresentanza».

 
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