In aula Lucio, l'assassino di Noemi. Respinta la richiesta di affidamento ai servizi sociali
In strada i genitori aggrediscono i giornalisti poi il grido: «Siamo fieri di lui»

L'arresto di Lucio
L'arresto di Lucio
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Mercoledì 30 Maggio 2018, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 22:03

LECCE - Urla e spintoni, stamani, davanti al tribunale dei minori di Lecce. I genitori di Lucio, il 18enne di Montesardo salentino in carcere per l'omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia sua fidanzata, sono stati protagonisti di uno scontro con i cronisti che aspettavano fuori la fine dell'udienza preliminare a carico del ragazzo. Alle domande poste dai cronisti, il padre di Lucio, Biagio Marzo, ha spintonato violentemente il giornalista di Quarto Grado Remo Croci, tirando verso di sé la moglie Rocchetta, che, rivolta a fotografi e reporter, ha gridato: «Siamo orgogliosi di lui. Siamo vivi». La frase è riferita al contenuto delle dichiarazioni rese oggi in udienza dal figlio il quale ha ribadito la prima versione fornita agli investigatori la sera del ritrovamento del cadavere di Noemi e cioè di averla uccisa perché quella sera la ragazza lo pressava per mettere in atto l'uccisione dei genitori del ragazzo che si opponevano alla loro relazione.

 
Intanto, per quel che riguarda l'udienza, l'assassino reo confesso di Noemi Durini ha chiesto la messa alla prova con affidamento ai Servizi sociali. Il giudice però ha respinto l'istanza e quindi si andrà al processo con rito abbreviato il 2 e 3 ottobre.
Si è definita così l'udienza preliminare di questa mattina al Tribunale per i minorenni. Lucio Marzo, 17 anni quando il 3 settembre dell'anno scorso uccise la fidanzata di 15 anni dopo essere passato a prenderla dalla sua casa di Specchia, non è stato ritenuto maturo per la messa alla prova. «Non ha peraltro mostrato segnali di repiscenza», ha sostenuto il giudice Aristodemo Ingusci.

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