Ponti in sicurezza nel Salento: 9,4 milioni. «Partiamo dai lavori al Ciolo»

Ponti in sicurezza nel Salento: 9,4 milioni. «Partiamo dai lavori al Ciolo»
di Pierpaolo SPADA
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Giugno 2021, 06:59 - Ultimo aggiornamento: 08:50

Oltre 9,4 di euro alla Provincia di Lecce, da qui al 2023, per la manutenzione e la messa in sicurezza di ponti e viadotti. E tra gli interventi nel Salento il primo posto è riservato al ponte del Ciolo di Gagliano, sulla litoranea per Leuca. 
I ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, rispettivamente guidati da Enrico Giovannini e Daniele Franco, hanno appena firmato il decreto che destina a Province e Città metropolitane un miliardo e 150 milioni di euro, 58 milioni dei quali a beneficio della Puglia. È una misura (finanziamento dei Piani triennali provinciali) disposta dal decreto “Agosto” 2020 e rafforzata dall’ultima Finanziaria. Obiettivo: evitare che tragedie come quella del crollo del Ponte Morandi di Genova si ripetano. 

La quota del Salento 

In Puglia, dopo Bari (Città Metropolitana), spetta al Salento la quota più consistente di risorse. E il presidente della Provincia, Stefano Minerva, commenta: «Ponti e viadotti rappresentano elementi infrastrutturali di estrema importanza e siamo soddisfatti che il governo abbia riconosciuto al nostro territorio quasi 10 milioni di euro che utilizzeremo diffusamente per garantire massima sicurezza». Ponti e viadotti, ma la misura contempla anche realizzazione di nuove opere, il monitoraggio tecnologico di elementi strutturali, l’adeguamento delle barriere di sicurezza, il rafforzamento dei piloni e altre misure antisismiche o di protezione dal rischio idrogeologico. 
In realtà, la Provincia non ha ancora definito il piano attuativo. «Potremo chiuderlo, illustrarlo e trasmetterlo al ministero dopo che il decreto in causa sarà stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale», fa sapere Anna Maria Riccio, responsabile del procedimento al settore Lavori pubblici. 
Due i punti fermi. «Sulle aree di competenza provinciale - coadiuvata dalla struttura tecnica e dirigenziale, assicura l’ingegner Riccio - non ci sono ponti e/o viadotti che versino in condizione di pericolosità estrema. Ci sono, però, opere da manutenere. E in alcuni casi anche con una certa urgenza, a causa della particolare esposizione ambientale. È, appunto, il caso del ponte del Ciolo». 
Un’opera da sempre discussa.

Noto anche ai turisti come ambita meta per “audaci” tuffatori, il ponte è stata già oggetto di intervento da parte della Provincia: «Già spesi 150mila euro, ma la manutenzione straordinaria richiede circa un milione di euro». Occorre intervenire sui quattro giunti trasversali esistenti, sul sistema di raccolta delle acque piovane, sull’impalcato (da impermeabilizzare) e sulla pavimentazione stradale (da rifare) oltre che ai fini del consolidamento. 

I muri di contenimento 


La gran parte dei restanti 9,4 milioni di euro sarà destinata ad un’altra tipologia di intervento: muri di contenimento lungo la litoranea adriatica nei tratti a più alto rischio già segnalati al ministero delle Infrastrutture. Ma, a fronte degli 1,7 milioni di euro ricevuti nel 2020, l’opera resta da realizzare per una stima complessiva di 8 milioni di euro. «Parliamo - spiega Riccio - di interventi di demolizione di murature di contenimento con pietrame e a secco e ricostruzione e/o interventi di consolidamento». In particolare a Badisco, Santa Cesarea Terme, Castro, Diso, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Alessano e, infine, Gagliano. Si guarda con una certa attenzione anche al ponte d’acciaio sulla circonvallazione di Veglie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA