Il verde delle Mura Urbiche: «Un parco archeologico
grazie ai reperti rinvenuti»

Il verde delle Mura Urbiche: «Un parco archeologico grazie ai reperti rinvenuti»
di Francesca SOZZO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Ottobre 2017, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 13:29
Il progetto per il recupero delle Mura Urbiche ha regalato più di quanto non si immaginasse. Aggiungendo storia e archeologia a quella che già era considerata un’opera faraonica che ha cambiato il volto dell’ingresso della città.
La riqualificazione dell’ingresso nord di Lecce ieri è stato il tema della commissione Lavori Pubblici presieduta dalla consigliera Angela Maria Spagnolo. A presentare il progetto, i suoi vari step e il futuro, è stata l’architetto Patrizia Erroi dell’ufficio Centro Storico dei Lavori Pubblici che ha descritto l’opera come un «grande parco archeologico». «Un intervento - ha spiegato l’architetto - che è andato ben oltre il semplice recupero del bene perché oggi rappresenta anche un elemento in grado di attrarre e mescolare grandi potenzialità ricettive». È chiaro che per fare questo sarà necessario intercettare altri finanziamenti non solo per allargare l’area di azione, ma anche per mettere in rete i beni in un comparto ben più ampio che comprende anche la zona dell’Università del Salento e il Parco di Belloluogo.
Lo stato dell’arte. Il progetto iniziato nel 2010 è stato suddiviso in due lotti. Il primo - ha spiegato Erroi ai consiglieri su richiesta del consigliere del partito Democratico Lorenzo Ria - «è quello già concluso, inaugurato a giugno e finanziato con i fondi Poin Fers 2007-2013 per un totale di 4 milioni e 900mila euro inerente al recupero delle Mura urbiche che oggi si sta arricchendo con gli allestimenti».
 
Il secondo lotto - Poin Fers - finanziato per un importo di 5 milioni e 100mila euro, è quello che riguarda l’area parco nella sua interezza. «E che è oggi in fase di conclusione - ha spiegato Erroi - e che prevede il recupero dell’area del Carlo Pranzo che durante i lavori ha regalato grandi sorprese, dagli scavi del fossato alle numerose presenze archeologiche come 80 metri di strada romana (in prossimità del fossato) e residui di città medievale». Reperti che resteranno visibili in loco, altri sono stati recuperati, catalogati e studiati e saranno ricollocati lungo il percorso; «sarà un parco archeologico», ha ribadito Erroi. Il secondo lotto si concluderà anche con il recupero del cinquecentesco giardino Giaconia che si affaccia anche su via De Summa. «Il giardino si potrà visitare - ha spiegato l’architetto - e attraverso un ponte-passerella si realizzerà un accesso diretto al centro storico su piazzetta Peruzzi».
Anche nel giardino Giaconia sono stati rinvenuti alcuni reperti archeologici che resteranno visibili. All’interno del giardino, come da progetto, saranno piantumate essenze aromatiche, alberi di agrumi, piante rampicanti e fiori. Il lotto «dovrebbe essere inaugurato entro i primi di gennaio», ha concluso Erroi. Nel frattempo i lavori sull’ex area Carlo Pranzo - fino ad un anno fa parcheggio per le auto - proseguono e il parco è già visibile con i suoi camminamenti e il prato già seminato. L’area a verde sarà completata da panchine e illuminazione artistica.
Il presidente della commissione Spagnolo (Una Buona storia per Lecce) ha ipotizzato, una volta ascoltato gli indirizzi «politici dell’assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Delli Noci per il futuro dell’area» una commissione itinerante affinché i consiglieri possano rendersi conto dei lavori e di ciò che in prospettiva potrebbe diventare la zona attraverso, si immagina, una collaborazione interistituzionale che possa portare al reperimento delle risorse necessarie per il completamento del progetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA