«Il morbillo è malattia seria Nessun dubbio sul vaccino»

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Domenica 26 Gennaio 2020, 13:42
«Non si può avere paura del virus cinese e al tempo stesso paura del vaccino per il morbillo». L'assioma è di Pier Luigi Lopalco, noto epidemiologo, professore di Igiene all'Università di Pisa.
Professore Lopalco, nel Salento è allerta morbillo e a essere colpiti sono principalmente i giovani adulti. Perché?
«Non è il primo focolaio di morbillo che si diffonde in questa maniera. Negli ultimi anni, in Italia, abbiamo visto che la caratteristica del morbillo è proprio questa: non dobbiamo pensare che sia una malattia dei bambini, ma dei giovani adulti. Grazie alla vaccinazione, il morbillo fra i bambini della popolazione italiana si osserva poco perché se è vero che ci sono ancora dei genitori contrari alla vaccinazione, la copertura è superiore al novanta per cento: significa che solo un bambino su dieci non è vaccinato. Diverso il discorso per gli adulti. Negli anni scorsi abbiamo dato il tempo, ad una quota molto di adulti non vaccinati di accumularsi. Anno dopo anno, tra quelle coorti di nascita ci sono stati pochi vaccinati per cui basta anche un solo bambino non vaccinato che prende il morbillo perché, facilmente, ci sia il contagio della popolazione adulta. Le persone più a rischio, in questo caso, sono quelle che lavorano a contatto con i bambini: insegnanti e operatori sanitari».
Tra i casi di morbillo ci sono anche persone che hanno dichiarato di aver contratto già la malattia da bambini. Hanno cattiva memoria o è possibile contrarre per due volte il morbillo?
«È davvero difficile che a distanza di anni ritorni. Molto probabilmente queste persone hanno un ricordo un po' confuso e si rifanno ad altre malattie che hanno avuto, tipo varicella o rosolia. Se è stato un vero morbillo è molto difficile che a trenta, quarant'anni torni. Lo escluderei».
Quindi una volta contratta la malattia ci si immunizza a vita? «Praticamente sì. È quasi impossibile che quella difesa immunitaria possa venir meno».
C'è chi afferma di essersi contagiato nonostante fosse vaccinato. Anche in questo caso è un problema di memoria o effettivamente si può verificare questa eventualità?
«Questo è possibile. Tra chi ha fatto una sola dose di vaccino abbiamo un cinque per cento dei vaccinati che non rispondono e quindi c'è una piccola probabilità di contrarre la malattia, per questo si consigliano due dosi. Resta l'un per cento di vaccinati con due dosi che non risponde e potrebbe prendere la malattia. È una possibilità, soprattutto se è passato molto tempo dalla vaccinazione. Nel frattempo si spera che il virus non circoli più. Oggi si sta cercando di contenere la circolazione del virus, però, sino a quando non avremo una quota molto alta di vaccinati: dai bambini, sino ai giovani, ci saranno gli ammalati. L'obiettivo è di eliminare la malattia».
Perché c'è questa grande attenzione al morbillo e le autorità sanitarie ritengono necessario eliminare questo virus?
«Il morbillo è una di quelle malattie piuttosto gravi: uno su mille muore e una quota abbastanza simile può avere come conseguenza l'encefalite che può lasciare segni indelebili come ritardo mentale e comunque un venti per cento di casi finisce in ospedale perché si hanno le polmoniti o altri problemi generalizzati, seri. È una malattia impegnativa, poiché esiste un vaccino sicuro è importante vaccinarsi».
Sulla sicurezza del vaccino sono in molti a nutrire dubbi e paure. Sono motivati?
«Purtroppo il vaccino per il morbillo è stato bersagliato da false informazioni. Dobbiamo eliminare ogni dubbio, è un vaccino che viene somministrato da cinquant'anni con centinaia di milioni di dosi. I dubbi sono frutto di truffe».
E chi trarrebbe vantaggio dalla diffusione di dubbi?
«Immaginiamo che da un medico disonesto vada una famiglia a cui dieci medici hanno detto che per l'autismo la medicina non può fare nulla, si può dare un supporto psicologico, una terapia comportamentale in modo che il bambino sia il più possibile integrato, ma non si guarisce. Se il medico disonesto dice che l'autismo è conseguenza del vaccino che lo ha intossicato e che ha una cura che può disintossicarlo, nasce la falsa informazione. Ci sono racconti di genitori su medici che hanno spillato tre, quattro, cinquemila euro al mese, per terapie finte».
M.Mon.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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