Il dolore dopo la tragedia «Non doveva finire così»

Il dolore dopo la tragedia «Non doveva finire così»
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Giovedì 28 Novembre 2019, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 10:37
Alessandro CELLINI
Il via vai di parenti e amici dalla camera mortuaria del Vito Fazzi è incessante. Dal mattino alla sera, capannelli di persone si formano davanti all'ingresso di questo edificio piatto e anonimo, quasi introvabile nell'intrico di palazzi, strade e deviazioni del complesso ospedaliero leccese. È qui che si ritrovano tutti, per un ultimo saluto a Pasquale Filieri, 62enne titolare della cooperativa Eco.Man Salento, gli operai Antonio Mezzi, 44 anni e Luigi Casaluci, 64, tutti di Galatone. Gli occhi lucidi e gli sguardi bassi raccontano più di ogni altra frase il dolore che attanaglia tutti. Un dolore incredulo, che non lascia spazio a spiegazioni. «Pasquale era una persona eccezionale, sempre pronto a dare una mano a chi avesse bisogno di aiuto. Ma anche Antonio e Luigi erano bellissime persone - racconta un uomo all'esterno dell'obitorio - non è giusto quello che è accaduto. Non doveva andare così». Le tre salme si trovano ancora qui, questa mattina ritorneranno a Galatone per i funerali.
La tragedia di martedì mattina ha segnato un'intera comunità. Lo stato d'animo che serpeggiava alla camera mortuaria era lo stesso che si poteva respirare per le strade di Galatone, ieri. Non c'era bar, ufficio, piazza, casa o negozio in cui non si parlasse dell'incidente dell'altro ieri. In paese già in mattinata sono stati affissi i manifesti funebri. Pasquale, Antonio e Luigi sono tutti e tre insieme: tre foto su un manifesto che annuncia la cerimonia funebre che si terrà questo pomeriggio. La sede della Eco.Man Salento, la cooperativa di cui facevano parte le tre vittime, era chiusa. Chiuso anche il bar Jolly, proprio accanto alla ditta, di proprietà di Filieri. Un velo di lutto e dolore è sceso e ha avvolto l'intero paese.
Intanto proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Gallipoli e dei colleghi della stazione di Galatone. Quantomeno per stabilire l'esatta dinamica dell'incidente, avvenuto lungo via Almirante, la strada che si innesta sulla provinciale 363 che porta a Seclì. Dinamica che tuttavia appare abbastanza chiara nella sua drammaticità, e sembra essere quella che già era emersa l'altro ieri a pochi minuti dalla tragedia, grazie alla testimonianza della vigilessa (ascoltata già ieri in caserma), che era sull'auto sorpassata dalla Volkswagen Golf di Alessandro Liguori, 44enne di Aradeo. Dopo il sorpasso, probabilmente a causa dell'alta velocità, Liguori ha perso il controllo dell'auto, che è andata in testacoda ed ha concluso la sua corsa schiantandosi con la fiancata sinistra contro la parte posteriore del camion della Eco.Man, parcheggiato sul ciglio della strada, con gli operai intenti ad effettuare lavori di potatura. Le tre sfortunate vittime si trovavano proprio nel punto dell'impatto: l'arrivo dell'auto li ha colti impreparati; e nulla hanno potuto fare per evitarlo. Anche Liguori è morto sul colpo. L'unico è a salvarsi è stato un altro operaio, Gianni Benegiamo, 43 anni, che si trovava sul cestello della gru e che forse, proprio per questo, non è incappato nello stesso destino dei suoi colleghi. Ora si trova in Rianimazione al Vito Fazzi; ha riportato diversi traumi e fratture, ma non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto anche una quinta persona, un operaio che sarebbe rimasto illeso poiché si trovava lontano dal punto dello schianto.
Il caso è seguito anche dallo Spesal, il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Ieri gli ispettori hanno acquisito tutta la documentazione della cooperativa per approfondire anche l'aspetto relativo alle procedure di sicurezza.
Galatone, intanto, fa i conti con il dolore. I due giorni di lutto cittadino, iniziati ieri e proseguiti oggi in occasione dei funerali, sono annunciati dal sindaco Flavio Filoni con un auspicio: «Si invita tutta la cittadinanza a voler sospendere ogni attività lavorativa durante la celebrazione della funzione religiosa, prevista per le ore 15». In silenzio, Galatone accoglie i suoi tre cittadini.
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