Il chiosco (sequestrato) di San Cataldo e i documenti a casa di Pasqualini

Il chiosco (sequestrato) di San Cataldo e i documenti a casa di Pasqualini
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 3 Ottobre 2018, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Spunta un giallo. A cavallo fra due inchieste. Quella sulle case popolari. E quella su Il Chiosco sequestrato l'altro ieri pomeriggio della Guardia costiera lungo il litorale di San Cataldo. C'è un intreccio di carte: quelle sequestrate in casa dell'ex assessore comunale Luca Pasqualini, 48 anni, di Lecce, durante la perquisizione della mattina del 7 settembre scorso dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria, quando gli notificarono l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Le carte per le quali l'avvocato difensore Giuseppe Corleto ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere il dissequestro e di cui si discuterà nell'udienza di martedì della prossima settimana.
La Procura se le tiene strette, quelle carte. Perché sta valutando se vi siano indizi che provino l'interessamento diretto dell'ex assessore nella gestione del chiosco. Accordi privati con gli amministratori di quel bar-ristoro a cui sono stati concessi quei permessi di costruire ritenuti poi illegittimi perché sarebbe stata violata sia la norma del Piano regionale delle coste che pone un termine di tre anni dalla sua approvazione prima di assegnare tratti di spiaggia libera sia l'obbligo di rendere pubblica la disponibilità di quell'area.
Perché quelle carte sono confluite nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero Roberta Licci e dalla Guardia costiera? Perché si è creata la necessità di verificare se e quale ruolo abbia eventualmente svolto Pasqualini nelle scelte contestate poi ai sei indagati di abuso di ufficio, falso, abusi edilizi e deturpamento di bellezze naturali. Si tratta di Rossana Capoccia, 38 anni, di Lecce, legale rappresentante della società L.F., proprietaria del chiosco e committente dei lavori; Gianfranco Cozza, 42 anni, di Surbo, tecnico progettista della L.F.; Antonietta Greco, 65 anni, di Lecce, dirigente comunale del settore Urbanistico; Giancarlo pantaleo, 63 anni, di Monteroni, responsabile dell'ufficio comunale Demanio; Daniele Buscicchio, 61 anni, responsabile comunale dell'ufficio Paesaggio; l'architetto Luigi Maniglio, 68 anni, di Lecce, nelle vesti di digente del settore Urbanistica; e, infine, Caterina Delle Canne, 59 anni, di Lecce, amministratrice della Idea Line. Persona diversa dall'effettivo amministratore della società, come rileva la contestazione di falso e di abusi di ufficio di cui rispondono Maniglio, Greco, Pantaleo, Buscicchio, Capoccia e la stessa Delle Canne.
L'ex assessore Pasqualini o qualche suo parente diretto ha avuto qualche interesse in questa struttura autorizzata da Palazzo Carafa? Se lo ha fatto poteva farlo? È stata fatta qualche forzatura. Le risposte arriveranno dall'inchiesta.
Questione delicata quella del chiosco anche sul fronte del duello finito davanti al Tar. L'amministrazione comunale in carica «nell'ambito di corretti procedimenti amministrativi e non nell'ambito di polemica politica» aveva negato alla ditta, come dicono da Palazzo Carafa, il rinnovo del permesso di costruire presentato prima della trascorsa stagione estiva. La ditta aveva opposto ricorso al Tar di Lecce che ha concesso la sospensiva del diniego: è questo che ha consentito fino ad oggi e, dunque per l'estate appena conclusa, che il chiosco restasse aperto e funzionante.

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