«Risultato troppo politico»: il Casarano contro Delrio, l'arbitro figlio del ministro

«Risultato troppo politico»: il Casarano contro Delrio, l'arbitro figlio del ministro
di Attilio PALMA
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Martedì 26 Aprile 2016, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 11:09

CASARANO - «Non vorrei che il risultato maturato ieri, sia il frutto di una macchinazione politica a nostro danno...»: tuona Cosimo Bellisario, presidente del Casarano dopo l'eliminazione nella semifinale dei play off frutto della sconfitta interna contro il Barletta. Rossazzurri danneggiati da alcune decisioni arbitrali perlomeno dubbie operate dal signor Michele Delrio di Reggio Emilia (figlio del ministro alle Infrastrutture Graziano) unitamente ai suoi assistenti di Bari.

«Il mio potrebbe sembrare uno sfogo dettato dalla delusione», aggiunge Bellisario, «e dall’amarezza scaturite al termine di una gara maledetta, invece, vi posso assicurare che quanto sto per affermare è frutto della lunga meditazione e di una approfondita analisi, di una serie di episodi che definirei inquietanti e che stento ancora a metabolizzare». Il numero uno rossazzurro pur ammettendo chem «il Casarano non ha disputato una gara all’altezza della situazione, probabilmente sentendo molto la partita e per questo, a mio avviso, piuttosto contratta e poco aggressiva, sono alcuni episodi verificatisi nell’arco della partita e tutti a nostro danno a lasciarmi molto perplesso». A cominciare dalla «scelta dell’arbitro. Appena giunto negli spogliatoi, il sig. Delrio ha subito messo in evidenza la sua arroganza e la sua alterigia, assumendo atteggiamenti e comportamenti molto distaccati. Atteggiamenti che sono stati poi replicati in campo, con una direzione di gara a dir poco discutibile. Il suo referto parla chiaro: sette ammoniti, tre espulsi dalla panchina, un calciatore, un dirigente e del medico sociale, privando anche il pronto intervento, su segnalazione del guardalinee della sezione di Bari come l’altro suo collega e l’allontanamento, dalla zona limitrofa agli spogliatoi, del sottoscritto, del diesse Gianni Massa negando ogni possibilità di comunicazione e gestione del proprio interno societario». Quasi un'operazione "chirurgica" condita dagli «episodi dei rigori non concessi, sui quali si potrà anche discutere a lungo, ma ciò che intendo mettere in risalto oggi, a mente fredda, è proprio il discutibile atteggiamento e comportamento dell’arbitro che, ne sono sempre più convinto, confortato anche dalle immagini della gara, ne ha condizionato pesantemente l’andamento e il risultato, nella partita in cui entrambe le società si giocavano tutti i sacrifici di un’intera stagione». Bellisario rincara la dose: «Non si può affidare la direzione di una partita, molto importante per il futuro delle squadre, ad un arbitro che ha palesato molti limiti, camuffandoli con atteggiamenti altezzosi e arroganti, magari sentendosi protetto dal gran numero di agenti delle forze dell’ordine presenti al “Capozza”. Mi sorge spontaneo il sospetto che continua a macerarmi già fin dal termine della partita. È fin troppo evidente che il peso specifico della città di Barletta, capoluogo di provincia, non può essere paragonato a quello del Casarano e, non a caso, nelle ultime gare disputate in campionato dal Barletta, si sono sempre verificati episodi piuttosto discutibili, al contrario del mio Casarano che, nelle ultime gare, ha affrontato i rispettivi avversari con arbitri e assistenti appartenenti, addirittura, alla sezione di Barletta. Non vorrei che la designazione di Delrio, e tralascio il particolare che sia il figlio del ministro, sia stata la risultate di quella presunta macchinazione tendente a spianare la strada al Barletta».
 

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